Horror & Thriller

Tre rivelazioni: la recensione del film poliziesco religioso di Yeon Sang-ho (su Netflix)

Il regista coreano continua la sua analisi dei lati più oscuri del fanatismo religioso, tra critica sociale, pioggia incessante e performance intense

Yeon Sang-ho ha conquistato fama internazionale con il suo debutto live-action Train to Busan e il film animato Seoul Station. Dopo il supereroistico Psychokinesis, il sequel Peninsula e il thriller sci-fi Jung_E, il regista coreano ha cominciato a volgere il suo sguardo verso un tema preciso: la religione, o meglio, il fanatismo religioso.

In Hellbound, la condanna all’inferno da parte di veri e propri demoni provocava una reazione feroce della società, che si divideva in fazioni violente. In Kiseiju – La zona grigia, creature aliene sfruttavano la retorica religiosa per salire al potere. Tre rivelazioni (Revelations), rispetto a questi due progetti, è più ancorato alla realtà, ma la critica feroce all’uso distorto della fede diventa ancora più tagliente.

Basato sul webtoon scritto da Sang-ho insieme a Choi Gyu-seok e prodotto da Alfonso Cuarón, Tre rivelazioni (Revelations) si apre con una ragazza, Shin A-yeong, seguita fin dentro la Mission Nation Church da Kwon Yang-rae. Il pastore Sung Min-chan, credendo si tratti di un nuovo fedele, cerca di registrarlo come membro della comunità. L’incontro è interrotto da una chiamata che lo informa che sua moglie, Lee Si-yeong, lo tradisce. Tornato da Yang-rae, Min-chan scopre con inquietudine che porta un braccialetto elettronico alla caviglia.

Poco dopo, apprende che non sarà lui a guidare la nuova grande chiesa del quartiere. E quando Si-yeong gli comunica che il figlio Yeon-u è scomparso, Min-chan perde il controllo e uccide Yang-rae. L’ispettrice Lee Yeon-hui entra allora in scena: scopriamo che Yeon-u sta bene, ma Yang-rae ha rapito A-yeong. Mentre Yeon-hui tenta di salvare la ragazza e affronta i fantasmi del passato, Min-chan giustifica il suo crimine ricorrendo a una presunta “rivelazione divina”.

Tre rivelazioni (Revelations) è una riflessione su religione, abuso e colpa. Min-chan crede che i suoi gesti siano guidati da Dio e giustificati dall’infedeltà della moglie. Yang-rae agisce spinto dal desiderio di replicare agli altri le atrocità subite nell’infanzia, mentre Yeon-hui non si perdona per non essere riuscita a salvare sua sorella da Yang-rae anni prima.

Attraverso queste traiettorie, il film costruisce un ritratto cupissimo dell’umanità, e si chiede se ci sia ancora spazio per il bene in una società dominata da fanatici religiosi e predatori sessuali. A differenza di Hellbound, qui Sang-ho pare leggermente più ottimista sul futuro della specie, ma resta il dubbio su quanto sia realistico questo spiraglio.

Lo stile visivo del film richiama titoli come Prisoners, I Saw the Devil, Se7en, Memories of Murder, Raman Raghav 2.0 e Ugly. Il tono è plumbeo, l’uso della pioggia per amplificare la tensione funziona a meraviglia, e il climax del film — un confronto tra Min-chan, Yang-rae e Yeon-hui — girato in un piano-sequenza mozzafiato, è il vero gioiello tecnico dell’opera.

La fotografia, il suono e le performance si fondono in una scena di rara intensità. Se ci sono tagli nascosti, non si vedono affatto. Tuttavia, Tre rivelazioni (Revelations) soffre di un difetto di scrittura strutturale.

Il film rivela allo spettatore dettagli chiave troppo presto, e poi si prende troppo tempo per far sì che i personaggi li scoprano a loro volta. Un esempio: Min-chan dice chiaramente dove avverrà lo scontro finale, eppure il film dedica tempo a seguire Yeon-hui che cerca di scoprirlo, una dinamica che azzera il coinvolgimento emotivo perché il pubblico è sempre un passo avanti. Questo accade più volte, e anche se gli attori — in particolare Ryu Jun-yeol, Shin Hyun-been e Shin Min-jae — sono eccezionali, faticano a tenere alto l’interesse quando la scrittura li ostacola.

Ciononostante, Tre rivelazioni (Revelations) resta un prodotto importante. Per chiunque sia stanco di vedere fanatici religiosi giustificare crimini e soprusi col nome di Dio, questa è una visione necessaria. Se siete appassionati dei thriller o ammiratori del cast, troverete molto da apprezzare. Se amate Yeon Sang-ho, potreste rimanere delusi, ma solo perché il regista ci ha abituati a standard altissimi. La sua crociata contro l’ipocrisia religiosa continua e promette sviluppi ancora più provocatori nei suoi prossimi progetti.

“Ogni volta che un fanatico dice di vedere Dio in un sasso o in un tronco d’albero, dopo questo film, sarà difficile non volerlo prendere a schiaffi.”

Di seguito trovate il teaser trailer internazionale (con sottotitoli) di Tre rivelazioni, a catalogo dal 21 marzo:

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Published by
Marco Tedesco