Voto: 5.5/10 Titolo originale: The Shrouds , uscita: 20-03-2025. Regista: David Cronenberg.
The Shrouds: la recensione del film sepolcrale di David Cronenberg
02/04/2025 recensione film The Shrouds - Segreti sepolti di William Maga
Il regista canadese affronta il lutto attraverso l'usuale lente tecnologica e inquietante, ma si perde in un racconto confuso tra cospirazioni e desiderio

Ci affascina quando un grande autore usa il cinema per fare i conti con il tempo trascorso e quello che resta, per celebrare l’amore che ha ispirato la sua arte, e per sublimare la paura della morte. L’uso del maschile è voluto, perché le statistiche mostrano come siano soprattutto i registi uomini a riflettere su questi temi come fossero uno solo: lo hanno fatto, in modo più o meno esplicito, Abel Ferrara, Francis Ford Coppola, Paul Schrader.
E anche David Cronenberg non fa eccezione. Dopo la nostalgia futurista di Crimes of the Future, presentato a Cannes nel 2022, il regista canadese è tornato lo scorso anno in Concorso con The Shrouds – Segreti Sepolti, dove si confronta con un passato irrisolto e indigesto.
Fedele al suo interesse per il corpo umano e la tecnologia, Cronenberg immagina una nuova invenzione: il GraveTech, un sistema che permette di monitorare in diretta la decomposizione dei corpi dei propri cari, avvolti in sudari appositamente progettati.
L’inventore è Karsh (interpretato da Vincent Cassel, alter ego regista in chiave funerea), vedovo da quattro anni, che ha creato questo macabro strumento per affrontare il lutto della moglie Becca (Diane Kruger). Di lei sappiamo poco: appare nei sogni di Karsh, eterea e disabile, affascinante ma mutilata. È morta di cancro, ma nel film appare con un braccio e un seno amputati — segni di una sofferenza che sembra caricarsi di significati simbolici non chiariti.
La Kruger interpreta anche Terry, la gemella di Becca: una toelettatrice di cani cinica, seduttiva, attratta dalle teorie del complotto, di cui però non è chiaro il ruolo narrativo. Come Soo-min (Sandrine Holt), donna elegante e cieca, Terry diventa un oggetto del desiderio per Karsh, pronto a consolarsi tra il dolore e l’ossessione.
Eppure, le due figure femminili rimangono schiacciate da un film senza coerenza tematica né tono stabile, apparendo fuori fuoco in ogni scena.
Sarebbe stato interessante se The Shrouds si fosse limitato a proporre un’altra metafora ‘alla Cronenberg’, dove tecnologia, eros e morte si intrecciano. Invece il film si disperde: una sottotrama investigativa legata alla profanazione delle tombe monitorate devia verso un complotto geopolitico (Russia?? Cina??), che annacqua completamente la riflessione sul lutto.
David Cronenberg insiste sulle potenzialità utopiche della tecnologia GraveTech — sudari, app, lapidi interattive — ma non ne esplora le implicazioni etiche o psicologiche. Si limita a suggerire che è tutto “strano”.
Il gioco di parole forzato tra cripta e criptato si ripete fino a diventare irritante, e The Shrouds perde una grande occasione: riflettere sul potere del cinema come strumento di imbalsamazione visiva. L’invenzione di Karsh è infatti una rappresentazione (macabra, ma letterale) di ciò che André Bazin definiva l’essenza del cinema: l’immagine in movimento come moderna Sindone. Ma questo parallelo, pur evocato, non viene mai davvero esplorato.
Nella sua filmografia, Cronenberg ha sempre ridefinito i limiti del corpo — dalla mutazione (La Mosca) all’invasione tecnologica (Videodrome, Scanners) alla chirurgia (Crimes of the Future) — per parlare del desiderio, del dolore, della perdita. Ma qui sembra troppo scritta e troppo poco sviluppata, un’opera sbilanciata in ogni direzione, incapace di trovare un punto fermo.
Nella volontà di rendere omaggio alla moglie scomparsa, il regista canadese riduce i suoi personaggi femminili a fantasmi erotici o proiezioni manipolabili. Invece di soffermarsi sul potere eterno dello sguardo cinematografico, The Shrouds si rifugia allora in (sotto)trame di tradimenti, inganni e cospirazioni, perdendo ogni afflato di profondità. E né l’argento perfetto della chioma di Vincent Cassel, né lo sguardo bramoso di Diane Kruger possono salvarlo.
Speriamo solo che, come accaduto con Crimes of the Future, Cronenberg decida un giorno di tornare su questo film e ripensarlo. Ce ne sarebbe bisogno.
Di seguito trovate il trailer italiano di The Shrouds – Segreti Sepolti, nei nostri cinema dal 3 aprile:
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