Voto: 4/10 Titolo originale: The Darkness , uscita: 13-05-2016. Budget: $4,000,000. Regista: Greg McLean.
The Darkness (2016): la recensione del film horror di Greg McLean
03/04/2025 recensione film The Darkness di William Maga
Kevin Bacon è al centro di un prodotto confuso, pieno di cliché e privo di tensione

I film horror vengono spesso (e ingiustamente) criticati per la mancanza di trama. Non è questo il caso di The Darkness, arrivato nei cinema nel 2016, che però riesce a infilare una decina di storie diverse in 90 minuti di confusione e totale, noiosissima assenza di paura.
L’ex sex symbol Kevin Bacon segue le orme di Ethan Hawke indossando occhiali e cardigan nel ruolo di Peter, una sorta di padre di famiglia insopportabile alle prese con una moglie alcolizzata, una figlia adolescente bulimica, un figlio autistico e un capo che lo chiama “baby”. Ah, e ha avuto una relazione extraconiugale tempo fa.
Tutto questo sarà importante in seguito (spoiler: non lo sarà). La famiglia, degna di un epsiodi del Jerry Springer, si trova in gita al Grand Canyon, dove il piccolo e problematico Mikey (forse un omaggio a Danny Trejo nella saga di Halloween di Rob Zombie? Magari i filmmaker fossero capaci di tanta creatività …) si imbatte in un tempio antico con delle rune sorprendentemente ben conservate.
Tornati nella loro splendente villa perfettamente bianca, la madre Bronny inizia a notare che qualcosa non va: Mikey si comporta in modo ancora più inquietante del solito e la casa mostra segni inspiegabili. I rubinetti scorrono all’infinito, le porte si aprono da sole e Mikey parla con la sua nuova amica Jenny, che vive nel muro.
Se non si è ancora intuito dove sta andando tutto questo, The Darkness potrebbe essere il film giusto. Per chiunque altro, si tratta di un’altra inutile, derivativa e totalmente priva di ispirazione corsa verso l’inevitabile. Nulla qui è nuovo, nulla è fatto meglio rispetto a film simili, e manca del tutto quel minimo di spirito e stile.
È un po’ Poltergeist in versione light, naturalmente – anche se, oggi, cosa non lo è? – ma The Darkness non riesce nemmeno ad avvicinarsi a quel classico horror per ragazzi, perché non accade mai nulla di veramente spaventoso. Non vediamo mai “Jenny”, e anche i jump scare sono poco efficaci.
La sequenza più efficace del film, con Stephanie che viene soffocata da impronte nere, è già nel trailer. Il resto è un susseguirsi di cliché messi in scena senza entusiasmo: cani che abbaiano nel vuoto, passi nel solaio, corvi che gracchiano sul parabrezza.
Una colonna sonora invadente e ridondante non fa che peggiorare l’atmosfera, mentre la regia è inspiegabilmente nervosa, considerando che non si tratta, fortunatamente, di un found footage. Le interpretazioni sono esagerate, con tutti i personaggi che urlano a squarciagola e nessuno che si comporta come una persona reale.
David Mazouz, visto in Gotham, fatica a rendere credibile Mikey, anche a causa di una sceneggiatura piena di spiegoni che si sente in dovere di dichiarare apertamente che è autistico. Più avanti si suggerisce persino un legame tra autismo e possessione demoniaca, il che stona molto con il tono da soap opera.
Il film è anche zeppo di product placement, dalla Bud Light ai Fruity Pebbles, fino agli iPhone. Ma l’inserimento più fastidioso è un video di YouTube mostrato ben tre volte per intero: inutile fin dal principio, ridondante già al secondo passaggio.
The Darkness è un progetto particolarmente strano per Greg McLean, regista del buon Wolf Creek e del suo sequel totalmente fuori fuoco. Qui, McLean – anche co-autore della sceneggiatura, accreditata a tre persone – sembra completamente spaesato nel tentativo di confezionare un horror PG-13.
Un attacco di un cane provoca solo un minuscolo graffio, il sangue compare solo nel terzo atto e il numero di vittime è tristemente ridicolo. Quando i demoni finalmente si mostrano, sembra di essere finiti su un set di un video a basso budget degli Slipknot, più che in una produzione horror sostenuta dalla
Blumhouse. E, nonostante la durata standard, il ritmo è incredibilmente squilibrato: l’atto finale è frettoloso, mentre il resto procede tra lunghi momenti di nulla. Le molteplici linee narrative non trovano mai una vera coesione, e il finale è un espediente non meritato e poco soddisfacente.
Quando iniziano i rituali in spagnolo con piume agitate in aria, la maggior parte del pubblico avrà già perso l’interesse e capito la verità: un prodotto realizzato solo per fare cassa. Non ci sono vere minacce, ed è tutto così sciocco da sembrare un episodio di Rifftrax in attesa di essere girato – con la differenza che quello sarebbe divertente.
Forse l’unica lezione da trarre da questa noia assoluta era che nemmeno la Blumhouse azzeccava sempre il colpo.
Di seguito trovate il trailer internazionale di The Darkness:
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