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Voto: 4.5/10 Titolo originale: Svaniti nella notte , uscita: 10-07-2024. Regista: Renato De Maria.

Svaniti nella notte: la recensione del film con rapimento con Scamarcio e Wallis (su Netflix)

12/07/2024 recensione film di Gioia Majuna

Il regista Renato De Maria torna sulle scene con un remake ben poco riuscito e dal colpo di scena improbabile

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I colpi di scena sono un elemento molto amato nei film. Ci sorprendono e ci spingono a rivederli per coglierne tutti i sottili indizi disseminati prima che avvengano sullo schermo. I twist più iconici, come quelli di Fight Club, Il Sesto Senso o di Oldboy, per citarne un paio, sono rimasti nella storia.

Tuttavia, un colpo di scena da solo non rende un film memorabile; sono fondamentali anche personaggi convincenti e una narrazione solida. Purtroppo, ma non imprevedibilmente, Svaniti nella notte va lontanissimo dal bersaglio.

Finito dritto su Netflix e diretto da Renato De Maria (Lo Spietato), è mutuato dal thriller spagnolo del 2013 I segreti del settimo piano di Patxi Amezcua e Alejo Flah, e si concentra su una coppia sull’orla del divorzio formata da Pietro La Torre (Riccardo Scamarcio), imprenditore italiano amante del rischio, ed Elena Walgren (Annabelle Wallis), psicoterapeuta statunitense, con due figli, Giovanni e Bianca. Nonostante le controversie della delicata situazione domestica, la coppia prova comunque a mantenere un rapporto amichevole.

Svaniti nella notte film poster 2024La storia prende però una svolta drammatica quando i bambini vengono rapiti e Pietro è costretto a trovare quanto prima 150.000 euro per garantire la loro liberazione.

Il colpo di scena di Svaniti nella notte è inaspettato, ma non in modo positivo. Sorprende non per la sua genialità, ma perché manca di coerenza all’interno della narrazione. Il conflitto tra Pietro e il rapitore è poco sviluppato, rendendo la sorpresa poco fondata e confusa.

Gli sceneggiatori, Luca Infascelli e Francesca Marciano, non riescono a giustificare in modo convincente le azioni del rapitore. Tentano piuttosto di enfatizzare il ruolo di Pietro come padre, ma questa scelta indebolisce inevitabilmente il colpo di scena e demonizza ingiustamente il malintenzionato.

La narrazione stessa in Svaniti nella notte è scialba, priva di concreta tensione o di coinvolgimento emotivo. Nonostante la premessa drammatica di un rapimento di bambini, il film infatti non riesce a evocare un senso di urgenza o di terrore.

Il colpo di scena, una volta rivelato, è eseguito in modo così piatto che lo spettatore può ampiamente prevedere gli sviluppi successivi, rendendo l’atto finale solo tedioso.

Le interpretazioni dei protagonisti Riccardo Scamarcio (Assassinio a Venezia) e Annabelle Wallis (Malignant), sebbene sincere, non riescono a salvare Svaniti nella notte dalla sua regia e scrittura poco ispirate. L’intera produzione sembra più che altro allora un ‘obbligo contrattuale’ che un progetto appassionato, con tutti i coinvolti che semplicemente seguono meramente il copione.

Inoltre, il modo in cui vengono affrontati i ruoli di genere si può definire almeno problematico. Lo script glorifica in modo sproporzionato il ruolo del padre sminuendo i contributi della madre, aggiungendo un livello di misoginia alla sua già difettosa impalcatura.

Insomma, se gli sceneggiatori e il regista ci avessero messo più impegno nel giustificare il rapimento e bilanciare i ruoli genitoriali, la storia avrebbe potuto allora avere una possibilità di coerenza e di impatto emotivo. Invece, la somma delle parti confluisce in un’esperienza di visione profondamente insoddisfacente.

A questo punto, meglio forse andarsi a cerca il film originale del 2013, che già non era imperdibile.

Di seguito trovate il trailer di Svaniti nella notte, a catalogo dall’11 luglio: