Nel 2001 Angelina Jolie portava sul grande schermo il popolarissimo videogame, incarnando un'eroina unica nel panorama contemporaneo
Nel 1979, l’uscita di Alien segnò un momento rivoluzionario per la rappresentazione femminile nel cinema d’azione e di fantascienza. Ellen Ripley, interpretata da Sigourney Weaver, era una protagonista autentica, forte e indipendente, priva degli stereotipi legati alla femminilità tradizionale. La sua figura ispirò un’intera generazione di spettatrici, offrendo un modello di eroina cinematografica mai visto prima.
Nel 2001, un fenomeno simile si ripeté con l’uscita di Lara Croft: Tomb Raider. Non tutti conoscevano il videogioco, ma questo non importava. Per due ore, il pubblico si trovò di fronte a una donna carismatica, intelligente e determinata che guidava un blockbuster d’azione.
Nessuna recensione negativa avrebbe potuto togliere l’impatto che ebbe nel presentare un’eroina così potente sul grande schermo.
A distanza di anni, Angelina Jolie nei panni di Lara Croft rimane un’icona indelebile. La sua interpretazione rappresentava l’essenza di un’eroina d’azione capace di ridefinire gli standard del genere, incarnando forza, astuzia e indipendenza in un ruolo che fino a quel momento era stato dominato dagli uomini.
Tomb Raider non fu solo un film con una protagonista femminile, ma un film d’azione tratto da un videogioco con una protagonista femminile.
Nei videogiochi degli anni ‘90 e 2000, le figure femminili erano spesso relegate a ruoli secondari o caratterizzate da una rappresentazione stereotipata. Lara Croft cambiò tutto questo.
Non era solo un’icona videoludica: era una figura riconoscibile anche da chi non aveva mai giocato ai suoi titoli. Tra eroi come il Doomguy e James Bond in GoldenEye, Lara Croft si impose come un personaggio capace di tenere testa ai protagonisti maschili, diventando una delle figure più emblematiche della cultura pop.
Nonostante le barriere culturali e sociali, Lara esisteva e aveva un impatto reale. Il film contribuì a consolidare la sua leggenda, rendendo il personaggio noto al grande pubblico e dimostrando che un’eroina femminile poteva dominare il box office senza bisogno di essere la spalla di un protagonista maschile.
All’epoca, giocare ai videogiochi non era ancora considerato una cosa “normale” per le donne. Seppur in crescita, il settore videoludico era ancora fortemente legato all’immaginario maschile, e molte giocatrici si trovavano a dover dimostrare continuamente le proprie competenze.
Nonostante questo, Lara Croft era già un simbolo. Con l’uscita del film nel 2001, il personaggio diventò un’icona globale, conosciuta e amata anche al di fuori del mondo videoludico.
Lara univa l’intelligenza e l’intraprendenza di Indiana Jones con il fascino e la sicurezza di James Bond, ma senza l’aura di machismo che aveva caratterizzato quei personaggi per decenni. Era un modello di empowerment femminile raro per l’epoca, e il suo impatto si fece sentire ben oltre il mondo dei videogiochi.
L’industria cinematografica avrebbe impiegato altri sedici anni prima di offrire un’eroina d’azione con un impatto paragonabile, con l’uscita di Wonder Woman nel 2017. Ma chiunque avesse visto Tomb Raider nel 2001 sapeva già quanto fosse importante vedere una donna dominare il grande schermo.
Non serve guardare oltre la protagonista stessa per capire cosa renda Tomb Raider così magnetico ed emozionante. Angelina Jolie nei panni di Lara Croft è una delle scelte di casting più perfette mai viste in un film d’azione.
A livello estetico, Jolie incarna perfettamente il personaggio videoludico, con il carisma e la presenza scenica necessari per portarla sul grande schermo. Ma non è solo una questione di somiglianza fisica: la sua interpretazione cattura ogni sfaccettatura della femminilità e rende Lara Croft un’eroina d’azione credibile e completa.
Una delle scene più iconiche del film mostra Lara uscire dalla doccia, mentre il suo maggiordomo le dice “Una signora dovrebbe essere moderata”. Lei getta via l’asciugamano e replica ironicamente: “Sì, una ‘signora’ dovrebbe essere moderata.”
Questo momento riassume perfettamente il suo carattere: Lara non si scusa per la propria sicurezza, per il proprio corpo o per la propria forza.
La sua fiducia in sé stessa non si limita alle scene private o agli scambi di battute audaci. Davanti a una stanza piena di uomini armati e arroganti, si impone con intelligenza e autorità. Quando afferma che hanno torto, la ascoltano.
Come il suo fascino, anche la sua intelligenza e le sue capacità non vengono mai messe in discussione—né dai suoi amici, né dai suoi nemici, né da sé stessa.
Nei film degli anni ‘90 e primi 2000, le protagoniste femminili seguivano spesso schemi rigidi e stereotipati. Le ragazze “belle” non erano mai nerd o divertenti, e molte protagoniste dovevano subire una trasformazione estetica per essere ascoltate.
Lara Croft ha infranto questi schemi. Non ha mai dovuto cambiare per essere presa sul serio: era già forte, brillante e letale, senza dover dimostrare nulla a nessuno.
Negli anni 2000, le eroine d’azione erano rare. Dopo Ellen Ripley e Sarah Connor, mancava una figura che riuscisse a incarnare bellezza e forza senza sacrificare nessuna delle due qualità. Lara Croft è diventata un modello di riferimento, dimostrando che si può essere sexy e potenti, affascinanti e letali, senza che un aspetto annulli l’altro.
A distanza di anni, il nome di Lara Croft rimane sinonimo di potere e indipendenza. Il suo impatto culturale continua a ispirare, dimostrando che non bisogna scegliere tra essere forti o essere femminili: si può essere entrambe le cose, senza compromessi.
Eppure, per anni, questi protagonisti sono stati quasi esclusivamente uomini, costruiti secondo uno schema ricorrente: muscolosi, infallibili, carismatici e con un’abilità sovrumana nel maneggiare armi ed esplosivi. Sembrava non ci fosse alternativa a questo modello.
Poi arrivò Tomb Raider.
I due film con Angelina Jolie nei panni di Lara Croft contengono tutti gli elementi più iconici del genere action, ma con una protagonista fuori dagli schemi tradizionali.
In Tomb Raider: La culla della vita, Lara sfugge a un tempio sommerso di Alessandro Magno tagliandosi su un braccio per attirare uno squalo e cavalcarlo fino alla superficie prima di restare senza ossigeno. Sì, esattamente così.
Oggi, molte scene d’azione nei film cercano un realismo più marcato, sacrificando quella follia esagerata e spettacolare che ha reso grande il genere action. Ma è proprio l’assurdità divertente di Tomb Raider a renderlo un’esperienza unica, in cui il confine tra realtà e videogioco si assottiglia fino quasi a scomparire.
Uno degli argomenti più comuni contro Tomb Raider è che l’azione sia poco credibile perché Angelina Jolie ha un fisico esile.
A questo si può rispondere facilmente: davvero è più realistico vedere Arnold Schwarzenegger afferrare sua figlia con una mano mentre si aggrappa al muso di un jet in volo? Il cinema d’azione non ha mai puntato alla verosimiglianza assoluta, e Lara Croft non è certo più inverosimile dei suoi colleghi maschili.
Ma Tomb Raider non si limita a seguire le regole del cinema action tradizionale. Il film è, a tutti gli effetti, un videogioco live-action, con una struttura che richiama perfettamente la logica dei giochi di avventura.
Questa progressione è la stessa che si trova nei videogiochi, con sfide sempre più difficili e la necessità di trovare soluzioni creative per superare gli ostacoli.
E il duello finale? Una corsa acrobatica su una piramide in rovina, che avrebbe senso in un videogioco, ma che sul grande schermo lascia il pubblico a chiedersi “cosa diavolo sta succedendo?”.
In un’epoca in cui i film d’azione si stavano omologando a schemi precisi, Tomb Raider ha rappresentato qualcosa di unico. Un blockbuster con una donna protagonista che non si limitava a replicare gli eroi maschili, ma portava qualcosa di nuovo:
Anche se oggi il film potrebbe sembrare datato sotto alcuni aspetti, rimane un esempio perfetto di come un’eroina possa dominare il genere action senza compromessi.
Difficile sostenere che Tomb Raider sia un film che resiste al passare del tempo. Non è un capolavoro del cinema d’azione, ma rientra perfettamente nella categoria di quei film imperfetti che si continuano ad amare nonostante i loro difetti.
A distanza di anni, la sensazione più evidente è che la prima parte del film sia nettamente superiore alla seconda. Il bungee ballet all’interno della Croft Manor, seguito dal massiccio scontro a fuoco, è una delle sequenze d’azione più iconiche del film. La battaglia nel tempio cambogiano è ancora oggi un perfetto esempio di spettacolarità, nonostante gli effetti visivi datati.
Ma dopo queste scene, il film perde mordente. L’ambientazione della grotta innevata con i meccanismi planetari è visivamente suggestiva, ma l’energia e il ritmo frenetico della prima parte svaniscono quasi del tutto.
Se il film riesce comunque a intrattenere, il merito è quasi esclusivamente di Angelina Jolie. Il suo carisma e la sua interpretazione magnetica danno al personaggio di Lara Croft una presenza scenica imbattibile.
La rivelazione che Powell ha ucciso il padre di Lara arriva troppo tardi, privando il confronto finale di un vero impatto emotivo. Se questo dettaglio fosse stato introdotto prima, il duello tra Lara e il suo nemico avrebbe avuto molta più intensità.
Uno degli elementi più affascinanti di Tomb Raider è il suo essere un film d’azione costruito come un videogioco live-action.
L’adattamento soffre del fatto che, all’epoca, i videogiochi non erano ancora narrativamente sofisticati come lo sono oggi. Oggi i blockbuster ispirati ai videogiochi possono contare su attori di primo piano e sceneggiature di qualità, ma all’epoca Tomb Raider era ancora in una fase sperimentale.
Ma il vero impatto di Tomb Raider non si misura solo con la qualità del film, bensì con l’importanza culturale del suo personaggio.
Tra Alien (1979) e Tomb Raider (2001) passarono 22 anni. Ventidue anni senza un’eroina d’azione paragonabile a Ellen Ripley. Ventidue anni di protagonisti maschili che dominavano il genere action senza interruzione.
Oggi esistono franchise come Wonder Woman e Hunger Games, e il panorama sta cambiando, ma nel 2001 Lara Croft era l’unica grande icona d’azione femminile nei blockbuster.
Che il film sia invecchiato o meno, il suo impatto rimane intatto. E chissà, forse un giorno si discuterà su quale Lara Croft cinematografica sia la migliore. Il fatto che ci sia qualcosa da confrontare è già un enorme passo avanti.
La clip della doccia da Lara Croft – Tomb Raider: