Riflessione: Lo Squalo 2, la sfortuna di essere il sequel del miglior shark movie di sempre

Nel mondo dell’horror, Lo Squalo 2 (Jaws 2) è spesso considerato il fratellastro di un primo film di gran lunga superiore. In un certo senso, è difficile non essere d’accordo con questo confronto. Lo Squalo figura tra i classici del cinema, le sue sfumature, la sua chimica, il suo fascino e il suo senso di terrore lo rendono una pietra miliare, insuperata praticamente da qualsiasi altro film di mostri successivo.

Eppure, Lo Squalo 2 del 1978 non è affatto terribile Certo, è un’operazione commerciale e un sequel che si discosta dall’originale. Trasforma sostanzialmente una storia di sopravvivenza intensa e carica di paura in uno slasher, con lo squalo nel ruolo del serial killer. Include molte vittime tra gli adolescenti.

Tuttavia, si comporta abbastanza bene da far sembrare ingiusto il disprezzo diffuso tra il pubblico. Dopotutto, riporta in scena la maggior parte dei personaggi del primo capitolo (Roy Scheider, Murray Hamilton, Lorraine Gary, Jeffery Kramer), si svolge nelle medesime acque maledette dell’Isola di Amity e riesce a catturare appieno tutte le atmosfere anni ’70 che avevano reso lo shark movie di Spielberg straordinario. Inoltre, offre un arco narrativo a Brody; bisogna pur dargli merito per questo.

Alcuni potrebbero già conoscere i retroscena dietro a Lo Squalo 2. Steven Spielberg voleva realizzare un film sulla terribile storia della USS Indianapolis (cui si accennava brevemente nel capostipite peraltro). Gli studios gli negarono però questa possibilità, preferendo un blockbuster che pensavano che il pubblico volesse vedere con piacere.

Visto che un film sull’USS Indianapolis è stato poi effettivamente realizzato ed è andato male, fu la scelta giusta? Non lo sapremo mai. Ma quello che Lo Squalo 2 fa è creare un sequel diretto, un sequel commerciabile (gli incassi andarono benone); e anche se non aspira all’artigianalità artistica del primo film, il risultato finale non è certo degno di sputi.

I punti di forza stanno nella sua atmosfera e nelle sensazioni che trasmette, che rispecchiano quelle del classico del 1975. All’inizio vediamo il capo Brody prendere lo stesso traghetto di Chappaquiddick per partecipare a un evento di beneficenza organizzato da sua moglie su una spiaggia sabbiosa.

Il sindaco Vaughn (Hamilton) è lì, e sembra che non sia cambiato molto ad Amity. Il figlio di Brody, Mike (Mark Gruner), è cresciuto e ora ha circa 17 anni, e si comporta come un normale adolescente, infrangendo le regole ecc. Il figlio minore, Sean (Marc Gilpin), è affascinato da Mike e dall’oceano; tutti ad Amity lo sono. Ma non passa molto tempo prima che un nuovo squalo faccia la sua comparsa, e Brody, ancora una volta, viene ignorato mentre avverte del pericolo.

Per affrontare velocemente l’elefante nella stanza, ciò che non funziona in Lo Squalo 2 è la mancanza di Richard Dreyfuss e Robert Shaw. I tre (più Brody) avevano una chimica capace di rendere il primo film estremamente coeso, oltre alla potente metafora insita nell’animale del titolo. Il regista Jeannot Szwarc fa del suo meglio per costruire il rapporto di Brody con sua moglie e i suoi figli; e in parte, ci riesce.

Costruisce anche conflitti tra Brody e ‘Peterson’ (Joseph Mascolo), un uomo d’affari e consigliere comunale che si offende quando Brody sventola armi sulle spiagge e avverte della presenza di squali. Una scena dopo una discussione accesa tra Brody e i maggiori rappresentanti della città è particolarmente dolorosa. Roy Scheider torna bene nel ruolo, e non commette passi falsi.

Si avverte anche la mancanza di una trama particolarmente intricata, e Lo Squalo 2 diventa fondamentalmente ciò che saghe come quelle di Venerdì 13 e Halloween” sarebbero diventate da lì a pochissimi anni. Un gruppo di adolescenti che fanno vela diventa preda preferita dello squalo, che questa volta è molto più aggressivo.

Quello che forse sfugge ai detrattori, è che Lo Squalo 2 ha preceduto la maggior parte dei sequel slasher che seguirono, quindi è davvero giusto criticarlo su questo punto?

La maggior parte degli elementi che hanno funzionato nel capostipite funzionano anche qui. John Williams riprende la sua colonna sonora, che non viene utilizzata con lo stesso effetto di prima, ma funziona comunque. Ci sono un paio di scene tese, in particolare un gruppo di subacquei che incontra lo squalo e un doppio omicidio da parte del ‘boogeyman’ che è il più truce dell’intera saga.

Jeannot Szwarc non mantiene lo squalo un enigma sfuggente come aveva fatto Steven Spielberg; questa volta è protagonista, ed è pura e implacabile minaccia. La maggior parte delle interpretazioni è poi azzeccata. I ragazzi non si comportano in modo svampito, ma appaiono piuttosto terrorizzati. Alcuni sono arrabbiati, altri spaventati, e alcuni affrontano il PTSD. È un cambiamento benvenuto rispetto agli adolescenti che inciampano e cadono tipici degli slasher che sarebbero diventati famosi negli anni ’80.

Insomma, Lo Squalo 2 è semplicemente divertente. Ricrea l’atmosfera che aveva reso l’originale immortale, e rende di nuovo Amity un ammonimento su ciò che accade quando si ignorano problemi più grandi per favorire i dollari dei turisti.

La cittadina e gli attori sono credibili, e non è facile capire – rivedendolo – cosa abbia fatto disprezzare finora così tanto Lo Squalo 2. Ovvio, non è il primo, ma è accettabile … in realtà decisamente piacevole.

Oltretutto, vedendo quanto pessimo sarebbe stato Lo Squalo 3 in 3D (1983) e quanto assurdo Lo Squalo 4 – La vendetta (1987), è quasi doveroso guardare al primo seguito del 1978 con affetto. Ricordatelo quando leggerete una recensione che dice ‘Il miglior film sugli squali dai tempi di Lo Squalo‘ .

Di seguito trovate una scena da Lo Squalo 2:

© Riproduzione riservata