Voto: 7.5/10 Titolo originale: Harry Potter and the Order of the Phoenix , uscita: 08-07-2007. Budget: $150,000,000. Regista: David Yates.
Riflessione: Harry Potter e l’ordine della fenice, il libro più lungo, le differenze più grandi
13/02/2025 recensione film Harry Potter e l'ordine della fenice di Gioia Majuna
David Yates elimina gli eccessi e realizza uno dei capitoli migliori della serie, bilanciando tensione, azione e maturità narrativa

Il quinto libro della saga di Harry Potter, L’Ordine della Fenice, è così dispersivo che avevo addirittura scordato di averlo letto (sono passati molti anni eh …). Solo rivedendo i film mi sono resa conto di averlo già affrontato, ma la trasposizione cinematografica si è rivelata – per quanto possibile – più apprezzabile.
Come dimenticare Imelda Staunton nei panni della perfida Dolores Umbridge, l’arrivo di Luna Lovegood (Evanna Lynch), l’introduzione dei Thestral e il debutto di Helena Bonham Carter come Bellatrix Lestrange? Il quinto film è uno dei migliori della saga, trasformando un romanzo eccessivamente prolisso in una storia avvincente con alcune delle sequenze d’azione più spettacolari della serie e in perfetto equilibrio tra trauma e speranza.
Dopo il ritorno di Voldemort (Ralph Fiennes) e la morte di Cedric Diggory (Robert Pattinson) in Il calice di fuoco, la saga prende una svolta più cupa. Il regista David Yates, al suo esordio nel franchise, segue perfettamente questa evoluzione, raccontando la crescita dei protagonisti mentre si avvicinano all’età adulta. L’Ordine della Fenice funge da ponte tra la tragedia di Il calice di fuoco e i disastri imminenti, mostrando Harry (Daniel Radcliffe) mentre si rende conto che il mondo magico sta attraversando il suo periodo più oscuro.
Una scena chiave mostra il protagonista che chiede a Sirius Black (Gary Oldman): “Ci sarà davvero una guerra?”. Guardando questo momento oggi, è evidente quanto i personaggi siano cambiati nel corso della saga. Solo qualche settimana fa è passato in TV il primo capitolo, in cui Harry arriva a Hogwarts con meraviglia ed entusiasmo.
Ora, in L’Ordine della Fenice, sembra un adulto alle prese con il dolore e un disturbo post-traumatico. Seguire i film uno dopo l’altro fa emergere con più chiarezza la transizione tra il tono leggero dei primi capitoli e le tematiche più mature dei successivi, grazie al lavoro di Mike Newell (Il calice di fuoco) e David Yates.
Se un film riesce davvero a trasmettere il terrore di questo nuovo mondo magico, è proprio L’Ordine della Fenice. Yates elimina gli eccessi stilistici e visivi di alcuni dei titoli precedenti, adottando un approccio minimalista e pulito. Niente tecniche vistose o effetti che distolgono dall’intreccio narrativo, a differenza degli inutili angoli olandesi di La camera dei segreti. Questa sobrietà si allinea perfettamente con la maturazione della saga e rende i suoi film i migliori della serie.
Il modo in cui Yates filma gli incubi di Harry è un ottimo esempio della sua tecnica. Attraverso rapidi montaggi e immagini frammentate, riesce a evocare il senso di claustrofobia del legame mentale tra Harry e Voldemort. La sua scelta minimalista si riflette anche nella scena della morte di Sirius, un omicidio che appare freddo e realistico.
Se il regista Mike Newell aveva reso spettacolare la morte di Cedric Diggory con una colonna sonora intensa e un corpo che vola all’indietro, Yates fa l’opposto: Bellatrix lancia l’Anatema che Uccide con pochi effetti speciali, la scena si fa improvvisamente silenziosa, e Harry guarda impotente l’anima di Sirius svanire oltre il velo. È uno dei momenti più strazianti dell’intera saga, e Yates lascia che l’impatto emotivo parli da solo.
Ma nonostante L’Ordine della Fenice spiani la strada verso un finale ancora più drammatico, riesce comunque a mantenere una certa dolcezza. Alcune delle scene preferite dai fan si trovano proprio qui, brevi momenti di calore umano: il sorriso orgoglioso di Sirius quando Harry proclama la nascita dell’Esercito di Silente, il Natale trascorso insieme, la chiacchierata tra Ron, Hermione e Harry sul suo primo bacio.
Anche quando Harry respinge Voldemort pensando ai suoi ricordi più felici – abbracci, sorrisi, risate con gli amici – Yates evita l’eccesso di sentimentalismo, cosa che invece accade nei capitoli successivi, specialmente nelle scene romantiche con Ginny.
La vera perla di L’Ordine della Fenice è nelle sue tre battaglie finali. Il combattimento tra l’Esercito di Silente e i Mangiamorte è un momento visivamente impressionante che mostra l’abilità difensiva di Ron, Hermione, Neville e Luna. Il successivo scontro nel Dipartimento dei Misteri vede l’arrivo dell’Ordine della Fenice, intensificando la tensione. Ma è il duello finale tra Voldemort e Silente a essere la sequenza d’azione più spettacolare della saga.
Tra serpenti di fuoco, frammenti di vetro volanti e sfere d’acqua, lo scontro è un capolavoro visivo che evita il solito scambio di fasci di luce tra le bacchette. Anche il sound design è straordinario: niente colonna sonora e pochissimi dialoghi, solo il suono degli incantesimi che si scontrano, il ruggito del serpente fiammeggiante, il sibilo della bacchetta di Silente e il fragore dell’acqua. Chiudete gli occhi e ascoltatelo: è un’esperienza a sé.
Tutto ciò dimostra il talento di David Yates, capace di trasformare il libro più lungo della saga in uno dei film migliori.
Di seguito trovate i primi 10 minuti di Harry Potter e l’ordine della fenice:
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