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Voto: 7.5/10 Titolo originale: Harry Potter and the Deathly Hallows: Part 1 , uscita: 17-11-2010. Budget: $250,000,000. Regista: David Yates.

Riflessione: Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1, l’incertezza prima della resa dei conti

27/02/2025 recensione film di Gioia Majuna

Nel 2010, David Yates tornava in regia per chiudere la saga cinematografica con un dittico

Daniel Radcliffe in Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 1 (2010)

L’inizio della fine per Harry Potter. Il settimo tassello della saga, Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 (Harry Potter and the Deathly Hallows – Part 1), divide in due l’ultimo romanzo di J.K. Rowling, dando vita a un film unico nel suo genere. Il risultato? Pur con la struttura da cliffhanger incompleto, è uno dei capitoli più riusciti della saga.

Un capitolo malinconico e maturo

Girato in 2D – scelta fortunata, dato che molte scene sono visivamente cupe e una conversione in 3D avrebbe potuto comprometterne la qualità – il film rappresenta la calma prima della tempesta. Harry, Hermione e Ron si preparano alla battaglia finale, accumulando il coraggio necessario per affrontare l’inevitabile scontro con Voldemort.

Nonostante la relativa scarsità d’azione, questo è il punto in cui i personaggi, gli attori e il team dietro le quinte – dal regista David Yates in giù – si uniscono per creare un’opera coesa, intensa e inquietante.

Un film più che un adattamento

Al di là dell’aver letto i relativi libri, Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 funziona come film autonomo.

Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 1 (2010) film posterNon è particolarmente amichevole con chi non conosce la saga: nessun riassunto iniziale, nessuna introduzione ai tanti personaggi. Tuttavia, i concetti fondamentali sono presentati in modo chiaro o si possono dedurre dal contesto. Voldemort (Ralph Fiennes) è tornato e sta consolidando il suo potere, mentre Harry (Daniel Radcliffe), Hermione (Emma Watson) e Ron (Rupert Grint) cercano gli Horcrux – oggetti contenenti frammenti dell’anima del Signore Oscuro, la cui distruzione è essenziale per sconfiggerlo.

Una fuga che mette alla prova i protagonisti

Questa prima parte è melanconica, coi protagonisti tormentati da dubbi e dall’enorme peso della loro missione. Abbiamo visto Radcliffe, la Watson e Grint crescere nei loro ruoli, ma qui affrontano la sfida più difficile: senza Hogwarts, senza guide adulte, senza punti di riferimento, devono contare solo su se stessi.

Il film è visivamente magnifico. Eduardo Serra firma una fotografia superba: boschi avvolti nella nebbia, scogliere desolate e paesaggi cupi riflettono perfettamente lo smarrimento interiore dei personaggi.

Yates e lo sceneggiatore Steve Kloves evitano di sovraccaricare il film con dialoghi eccessivi, lasciando che sguardi e gesti trasmettano il peso delle relazioni tra i tre protagonisti. Un esempio perfetto è la scena del ballo tra Harry e Hermione, non presente nel libro, ma che nel film diventa una sequenza toccante, un momento di intesa tra due amici che trovano conforto reciproco nella loro disperazione.

Voldemort e l’ascesa del totalitarismo

Parallelamente al viaggio di Harry, il film approfondisce l’aspetto totalitario del regime di Voldemort. La sua ascesa al potere è rappresentata con chiarissime allusioni al fascismo, mostrando l’oppressione in cui sprofonda il mondo magico. La famiglia Malfoy, una volta al sicuro nella loro superiorità, ora vive nel terrore.

C’è anche una critica sottile alla corruzione dei media, con riferimenti visivi che accostano Dolores Umbridge (Imelda Staunton) a Margaret Thatcher e il Ministero della Magia al Terzo Reich. Un’estetica che ricorda le atmosfere distopiche dei primi lavori di Alan Moore.

Un cast di livello e nuovi ingressi

Il cast di Harry Potter è sempre stato costellato di grandi nomi, ma ora i personaggi secondari sono diventati un ensemble potente. Anche le apparizioni fugaci – come quelle di David Thewlis e Imelda Staunton – lasciano il segno.

Tra le nuove aggiunte spiccano:

  • Bill Nighy, nei panni del Ministro della Magia, con un’interpretazione severa e cupa;
  • Peter Mullan, intenso e minaccioso nel ruolo di Yaxley, una figura di spicco nel regime di Voldemort;
  • Rhys Ifans, straordinario nel ruolo del padre di Luna Lovegood, un uomo schiacciato dalla paura

Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 1 (2010) filmLa sua presenza introduce anche una delle sequenze più memorabili: un’elegante animazione che racconta la leggenda dei Doni della Morte, un film nel film che aggiunge ulteriore fascino alla storia.

Piccoli inciampi nel finale

Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 è quasi impeccabile, ma due momenti cruciali verso la fine appaiono troppo risolti da un deus ex machina. I lettori potrebbero riconoscere elementi presi dai libri o spiegazioni che arriveranno nel capitolo finale, ma per un pubblico cinematografico queste soluzioni risultano troppo improvvise e spezzano l’immersione.

Un respiro più ampio per la saga

Gli adattamenti precedenti hanno spesso sofferto nel condensare i romanzi, sacrificando elementi chiave. David Yates, invece, dona ai suoi capitoli uno spazio maggiore per respirare.

Guardando quest’opera da sola, potrebbe sembrare troppo lunga e priva di una vera conclusione. Ma considerarla come un capitolo a sé stante non ha senso: è sia il settimo film della saga che la prima metà del gran finale.

Forse non raggiunge lo status di L’Impero colpisce ancora, come vorrebbe, ma riesce comunque a trasportare lo spettatore nel cuore della storia e a renderlo impaziente di assistere all’epico scontro finale.

Di seguito trovate i primi 10 minuti di Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1:

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