Fra amore e morte, si incontrano a Kiev, alle prese con guerre di oggi e di ieri, un nonno che cerca il proprio passato e una nipote che scopre il proprio presente
E’ rischioso affrontare in un film il tema del viaggio, perché le due strade che si possono imboccare, quella del ritorno al passato e quella della scoperta del nuovo, sono già state battute numerose volte. Raccontando di Eduard, un nonno ultranovantenne (il settantaseienne Jurgen Prochnow, debitamente invecchiato al trucco) e di sua nipote Adele (Petra Schmidt-Schaller) che salgono sullo stesso treno alla volta di Kiev, L’ultimo Viaggio (Leanders letzte Reise) del tedesco Nick Baker-Monteys (Der Mann, der über Autos sprang) le percorre addirittura entrambe: lui, persa da poco la moglie, si decide finalmente ad andare a ritrovare qualcosa di lontano, ignoto persino ai suoi familiari ma sempre portato nella memoria; lei parte controvoglia, su ordine della madre, per badare all’anziano e bizzoso parente. I due sono praticamente estranei l’uno per l’altro e per la prima volta si ritrovano a passare del tempo insieme.
Nick Baker-Monteys non utilizza dunque gli episodi di guerra come elemento storico – limitandosi a esporre pochi dettagli in tal senso – e nemmeno per proporre distinzioni tra buoni e cattivi, come si può capire nella scena del pranzo dei due protagonisti nella casa della famiglia ucraina che li ospita. Al contrario, la guerra viene scelta per la sua capacità di penetrare nelle viscere tanto dei vincitori quanto dei vinti e inquinarle per sempre, lasciando in ciascuno che l’ha vissuta un senso di colpa indipendente dalle scelte compiute in quei momenti. L’importante, sembra dirci il regista e sceneggiatore, è trovare la forza di accettare le esperienze passate e capire che anche, e soprattutto, da esse deriva la nostra identità.
Di seguito il trailer italiano di L’ultimo Viaggio, che uscirà nei nostri cinema il 29 marzo: