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Voto: 5/10 Titolo originale: O'Dessa , uscita: 08-03-2025. Regista: Geremy Jasper.

O’Dessa: la recensione del film post-atomico a tutto rock con Sadie Sink (su Disney+)

21/03/2025 recensione film di Gioia Majuna

Un musical ambizioso e visivamente audace, ma tra echi mitologici, caos estetico e una colonna sonora travolgente, affascina senza centrare l’obiettivo

Sadie Sink in O'Dessa (2025)

Sulla carta, l’odissea rock distopica O’Dessa di Geremy Jasper ha tutte le carte in regola per lasciare il segno. La sceneggiatura originale, scritta dallo stesso Jasper, mescola generi diversi — dal romanticismo alla fantascienza, dal western al musical — suggerendo un mondo visivo dinamico, dove tonalità al neon si fondono con paesaggi post-apocalittici.

Ispirata al mito greco di Orfeo ed Euridice, la storia cosmica affronta temi profondamente umani come la ricerca dell’identità, il disequilibrio di potere e l’amore come forza motrice assoluta. Come viene detto nel film: “non c’è nulla di più potente, in questa vita, dell’amore.”

In O’Dessa, però, nulla è più potente della musica. L’energia e l’emotività della colonna sonora sono travolgenti: brani e performance spiccano sopra ogni altro elemento. Tuttavia, il film stecca quando tenta di approfondire personaggi e tematiche oltre la brillante superficie. O’Dessa promette momenti di grande intensità, ma non riesce a portare a compimento il suo ambizioso disegno.

O'DESSA film poster 2025La storia segue la contadina O’Dessa Galloway (Sadie Sink), che conduce una vita apparentemente ordinaria con sua madre, Calliope (Bree Elrod). Il film si apre con entrambe che cantano, sull’orlo di due percorsi esistenziali opposti: il destino e la mortalità.

Dopo la morte di Calliope, O’Dessa scopre un cimelio di famiglia: una chitarra speciale. Su quello stesso strumento suo padre, Vergil (Pokey LaFarge), aveva suonato in viaggio quando lasciò la famiglia per seguire la sua passione.

Nelle mani di O’Dessa, la chitarra assume un nuovo potere: un mezzo di espressione personale e di affermazione della propria voce, al di là dei legami familiari. Intraprendendo il viaggio per compiere il proprio destino come “Settimo Figlio”, O’Dessa si ritrova in una città post-apocalittica chiamata Satylite City, governata dal folle tiranno-presentatore Platonovich (Murray Bartlett) e controllata dalla boss criminale Neon Dion (Regina Hall).

In questo mondo crudele, O’Dessa si innamora della rockstar Euri Dervish (Kelvin Harrison Jr.) e i due combattono in nome dell’amore.

Il film stabilisce da subito un tono intrigante e cerca di costruire attesa con il brano iniziale rock “Here Comes the Seventh Son”. È una vetrina entusiasmante per Sadie Sink, che mostra una vocalità notevole e piena di sentimento. Sebbene il film lasci intravedere molti elementi promettenti senza mai realizzarli davvero, le sequenze musicali restano costantemente godibili, anche se ognuna sembra più un videoclip che parte integrante di un racconto unitario.

“Here Comes the Seventh Son” è solo il primo brano di una colonna sonora vibrante e stilisticamente variegata, tutti eseguiti in modo splendido dalla Sink. La sua passione per il personaggio e la dedizione alla visione registica sostengono la narrazione zoppicante, una vera benedizione soprattutto in un secondo atto disorientante.

L’ex musicista Jasper cerca di dare forma a un mondo distintivo con Satylite City: un incubo industriale tinto di neon, pieno di deliri auto-tune e con un Murray Bartlett allucinato che ricorda il Caesar Flickerman di Stanley Tucci in “Hunger Games”. Jasper attinge da questo universo distopico con l’energia di “Il Quinto Elemento” e “Mad Max”.

O’Dessa possiede una sua personalità, in particolare nella musica composta da Jasper e Jason Binnick, e nel design scenografico di Scott Dougan. Il film opera su un’onda di energia incontrollata, ma le immagini frammentarie mancano della precisione necessaria per lasciare il segno. Inoltre, molto del world-building (così come lo sviluppo dei personaggi) si perde nel montaggio disgiunto.

o'dessa film 2025 sadieLa sceneggiatura lascia parecchio a desiderare, lanciando mille spunti creativi senza riuscire a integrarli. La Sink cerca di elevarsi sopra il materiale e ci riesce, anche grazie al percorso del suo personaggio, scandito da potenti sequenze musicali. Anche il cast di supporto si impegna per dare corpo a questa visione ibrida, ma i loro percorsi non sono abbastanza strutturati per approfondirne davvero l’interiorità. La chimica romantica tra Harrison Jr. e Sink non ha tempo di sbocciare, e i vuoti nella scrittura minano il potere dell’unione artistica tra O’Dessa e Eurie.

Interessante la dinamica tra Harrison Jr. e Hall sul tema della musica come merce, che però rimane in superficie. Quando lo stile musicale di Eurie cambia per via dell’influenza di O’Dessa, Neon Dion se ne accorge subito, dando inizio a un conflitto che viene rapidamente sbrigato. Hall aggiunge un tocco giocoso al suo ruolo da villain e Harrison Jr. mantiene una forte presenza scenica, ma entrambi sono traditi da una sceneggiatura confusa.

Insomma, O’Dessa colpisce spesso le corde giuste sul potere dell’amore, ma funziona soprattutto come dimostrazione di quanto la musica possa essere potente. Che si tratti di trovare la propria voce, condividere espressioni artistiche o ispirare una nuova generazione (cosa che il film accenna con un personaggio secondario poi abbandonato), O’Dessa regala momenti musicali vibranti. Tuttavia, l’opera è troppo affollata di idee in competizione per trovare una coesione efficace.

Di seguito trovate il trailer doppiato in italiano di O’Dessa, a catalogo dal 20 marzo:

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