Una action-comedy dalla trama inutilmente complicata e con troppi personaggi secondari
Un padre assente che vive sulle coste delle Isole Cayman si ritrova coinvolto in un affare mafioso di Miami in Mio padre è un sicario (The Retirement Plan), ora disponibile direttamente in streaming, con Nicolas Cage che regala un’interpretazione carismatica ed enigmatica nel ruolo di un uomo svagato e poco affidabile, ma il film si lascia soffocare da una trama troppo contorta e da una miriade di personaggi secondari
La storia inizia con Ashley (Ashley Greene, Twilight) che cerca di mettere in salvo il marito Jimmy (Jordan Johnson-Hinds) dopo una rapina andata male, Jimmy ha rubato una chiavetta USB, un classico MacGuffin, che appartiene al boss mafioso Donnie (Jackie Earle Haley), ma è rimasto ferito nello scontro, mentre il suo complice è stato ucciso, con la mafia alle calcagna, la coppia decide di mandare la loro figlia di 11 anni, Sarah (Thalia Campbell) alle Isole Cayman per stare con il nonno Matt, un uomo che non ha mai incontrato, ma senza saperlo, la bambina porta con sé anche la chiavetta USB, un dettaglio che i mafiosi scoprono molto in fretta.
Dopo 15 minuti di spiegazioni inutilmente complicate, il film arriva finalmente dove sarebbe dovuto iniziare, Sarah bussa alla porta del nonno e trova Nicolas Cage in modalità ‘barbone da spiaggia‘, addormentato su una sedia con una bottiglia di liquore in mano.
A questo punto, la direzione naturale del film dovrebbe essere chiara, una commedia d’azione in stile Prima di mezzanotte, con Cage e la sua nipotina in fuga dalla mafia di Miami, costruendo un legame tra inseguimenti e sparatorie.
Eppure, proprio come nella sua introduzione caotica, Mio padre è un sicario si lascia distrarre da sottotrame superflue, nel giro di pochi minuti vengono introdotti una serie di personaggi secondari con storyline proprie, che soffocano la trama principale e spezzano il ritmo del film.
Tra questi troviamo Hector (Grace Byers, Empire), il vero boss della mafia di Miami, con un’entrata scenica in pieno stile Scarface, Drisdale (Lynn Whitfield), ex agente della CIA e vecchio contatto di Matt, accompagnata dall’assistente Fitzsimmons (Joel David Moore), che segretamente passa informazioni ai mafiosi e un politico corrotto (Rick Fox), pronto a sfruttare la situazione a suo vantaggio.
Il problema è che il film non dà il tempo a nessuno di questi personaggi di svilupparsi in modo significativo. Piuttosto che creare un racconto alla Elmore Leonard, in cui una vasta gamma di figure losche interagisce in modo brillante, Mio padre è un sicario affossa il proprio slancio narrativo con una cascata di spiegazioni inutili e, nel frattempo, Nicolas Cage rimane troppo spesso ai margini della storia.
Uno degli aspetti più interessanti resta comunque Ron Perlman, che interpreta Bobo, un killer non troppo sveglio incaricato di rapire Sarah. Sorprendentemente, l’uomo sviluppa un legame con la bambina, dando vita a una dinamica più emotiva di quella tra Sarah e il nonno Matt stesso.
Perlman è insolitamente empatico, un ruolo che riesce a rendere più interessante di quanto il film stesso gli conceda. Anche Ernie Hudson offre una buona performance, pur essendo sottoutilizzato, col suo ruolo di amico locale di Matt che aggiunge un tocco di leggerezza e ironia, anche se le sue scene sono troppo brevi per lasciare il segno.
Tuttavia, il film non sfrutta appieno la dinamica tra Matt e Sarah, preferendo disperdersi tra i troppi personaggi secondari, se confrontato ad esempio col western The Old Way (altro film del 2023 con Cage affiancato da una giovane co-protagonista), questo risulta meno soddisfacente.
Le riprese nelle Isole Cayman danno al film un tocco di autenticità e rendono credibile l’ambientazione tropicale, ma quelle ambientate a Miami sono visibilmente a basso budget.
In definitiva, Mio padre è un sicario offre 100 minuti di intrattenimento leggero, con qualche momento divertente, ma senza lasciare il segno.
I fan di Nicolas Cage apprezzeranno la sua interpretazione eccentrica, anche se il film lo sfrutta meno di quanto dovrebbe. L’azione è solida, ma non abbastanza spettacolare da renderlo una visione imperdibile, la trama è inutilmente contorta, con troppi personaggi che rubano spazio alla relazione tra nonno e nipote. Insomma, per chi cerca un Cage-movie fuori dagli schemi, ci sono opzioni decisamente più gratificanti.
Di seguito trovate il trailer internazionale di Mio padre è un sicario, in esclusiva su Prime Video dal 27 febbraio: