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Voto: 6/10 Titolo originale: Kraven the Hunter , uscita: 11-12-2024. Budget: $120,000,000. Regista: J.C. Chandor.

Kraven il Cacciatore: la recensione del film di J.C. Chandor, ultimo spin-off di Spider-Man

12/12/2024 recensione film di Raffaele Picchio

Con un destino già segnato, lanciato senza speranze di cambiare le carte in tavola in un universo già morto, sembra progettato per scontentare i fan più integralisti e la critica più snob. Tuttavia, se si accettano le sue evidenti limitazioni, si rivela un sanguinoso e divertente action di serie C, che pare uscito direttamente dai gloriosi cestoni di DVD di trent’anni fa

Aaron Taylor-Johnson in Kraven - Il cacciatore (2024)

“L’unica cosa che la gente ama più di un eroe è il vedere l’eroe fallire, cadere, morire combattendo. Nonostante quello che hai fatto per loro, finiranno per odiarti.”

Questo diceva il Green Goblin a Spider-Man ormai più di vent’anni fa nel clamoroso film di Sam Raimi. Curioso che questo concetto si plasmi benissimo anche per descrivere la parabola dei cinecomics, da fenomeno pop culturale e di costume capace di imporsi e codificarsi come un vero e proprio genere capace di affascinare pubblico e critica, a simbolo assoluto di quanto oggi è considerato il peggio della grande industria blockbuster. Una barca alla deriva che non ha lasciato indenne neanche la grande casa madre Disney, che non a caso è riuscita a invertire un pochino la tendenza con Deadpool, uno sberleffo totale al genere stesso.

E ancora più curioso è che oggi ci ritroviamo ad usare questa massima del monologo del Green Goblin proprio per l’universo Sony che, a parte i due exploit degli Spider-Man animati su Miles Morales, con il suo progetto di film sui villain dell’arrampicamuri è diventata il bersaglio preferito di chiunque tra critica e fanbase tossica: la trilogia di Venom (che, ad onor del vero, se l’è cavata più che egregiamente al botteghino nonostante tutto), Morbius e Madame Web sono stati eletti a gran voce come simboli del peggio che il genere può dare.

E questo ultimo Kraven il Cacciatore, lanciato come un kamikaze in questo panorama così desolante, è chiaramente un film di cui si era già deciso a prescindere il fallimento, un po’ come l’Aquaman 2 di James Wan.

Kraven - Il Cacciatore film poster 2024Anche perché non ha assolutamente nessun elemento per voler cambiare questa non apprezzata tendenza. Kraven il cacciatore esce senza più neanche i mostruosi reshoot/tagli che hanno fatto più male che bene nei precedenti tentativi (vittime soprattutto il primo Venom e il povero Morbius) e ci arriva così come pensato all’inizio in tutte le sue scriteriate scelte: sanguinoso e rozzo da beccarsi un pieno Rated R, evita alcun accenno all’arrampicamuri (per la “gioia” dei fan dell’Uomo Ragno e dell’MCU in generale) a favore di accenni a villain minori che non avranno mai nessun tipo di sviluppo futuro, e ogni tanto si diverte a riprodurre tavole iconiche di graphic novel legate al personaggio in questione (L’ultima caccia di Kraven), ma così a caso tanto per ricordarsi che la materia di base è il fumetto.

E che cosa rimane quindi di una roba come Kraven? Ma soprattutto perché, al netto di tutte queste cose, a suo modo anche questo non può che suscitare simpatia?

Bisogna iniziare a dire che, per chi scrive, i film di questo sgangherato universo Sony, al netto di tutte le oggettive ed evidenti facilonerie e storture, non sono stati affatto la catastrofe che tutti dicono e in un certo senso sono stati per l’intero genere cinecomic l’equivalente di quello che i più vecchi di voi chiamavano “da cassetta”: film che sembrano usciti direttamente da un cestone offerte di vent’anni fa o nei cicli serali action di Italia 1, film action poveri che, a dispetto di un nome di richiamo ingombrante che sfoggiavano come titolo, alla fine, senza manco provarci più di tanto, raccontavano l’ennesimo canovaccio stravisto di un eroe ombroso ‘X’ in cerca di giusta vendetta spietata che falcia nemici fino alla fine.

Niente di più, niente di meno.

Film “brutti” capaci di trasudare una genuinità intrinseca, capace di renderli prodotti tanto innocui quanto però più onesti e divertenti di tanti più blasonati ed inspiegabilmente applauditi titoli di genere analogo. Kraven incarna perfettamente tutto questo e basta leggerne la sinossi per farsi una mezza idea.

Kraven è figlio prediletto di un mafioso russo (un Russell Crowe che interpreta un ruolo che farebbe oggi Michael Parè), con fratellino fighettino capace di fare le imitazioni come Alighiero Noschese, che durante una battuta di caccia con il padre rimane mezzo ucciso da un sacro leone del posto e casualmente salvato dalla giovanissima Calypso, che proprio poco prima aveva ricevuto in dono dalla nonna sciamana una pozione “magica”.

Infatti, il giovane Kraven vive e con sé acquista il potere di tutti gli animali, si distacca dall’odioso padre e va a vivere cacciando umani falciandoli come può. Poi cresce, diventando il terrore di criminali che lo chiamano “il cacciatore”, quando improvvisamente, ovviamente, il passato fa toc toc: il fratellino imitatore, che è anche l’unico umano con cui ha contatti, compie gli anni e, proprio durante i brindisi, ecco che si presenta l’odiato padre perseguitato da una misteriosa frangia criminale guidata dal pazzo Rhino, un criminale che, per motivi misteriosi (che saranno chiariti in parte solo nel cliffhanger finale), ha la capacità di trasformarsi letteralmente in un potentissimo uomo-rinoceronte e che sembra avere le chiavi per poter colpire anche lo stesso Kraven, colpendolo nel profondo della sua sfera personale.

Kraven - Il Cacciatore film 2024A moltiplicare gli affetti che il cacciatore si ritroverà improvvisamente a difendere, ritorna anche la misteriosa Calypso, ora diventata una famosa avvocata (che comunque sembra ignorare ogni più basilare etica del segreto professionale) che, suo malgrado, si ritroverà costretta a diventare complice dell’iracondo Kraven, intenzionato a chiudere i conti con chiunque nel sangue.

Senza continuare a raccontare gli incredibili sviluppi, è chiarissimo fin dalla sua spericolata e sgangheratissima sceneggiatura che, se si riuscisse a fare la tara a tutte le (assolutamente legittime, per carità) aspettative da fanboy, il guilty pleasure è dietro l’angolo. Anche perché, nonostante la confezione generale sia lontanissima e assolutamente non all’altezza del genere e dei marchi ingombranti che indossa, questo look così apertamente “fuori tempo” è comunque assolutamente dignitosissimo.

J.C. Chandor in cabina di regia fa quel che può per tenere le redini di questo delirio assurdo e, se in alcuni momenti si trovi in evidente difficoltà a farlo somigliare a un film “vero” (tipo quando prende tempo per tentare di creare inutilmente qualche carattere un minimo tridimensionale), dall’altra parte riesce anche a piazzare due-tre sanguinose e divertentissime sequenze d’azione decisamente gustose, che trovano il loro apice nello showdown finale tra mandrie di bufali impazziti che falciano persone e salti tra una jeep fuori controllo e l’altra.

Altra cosa che è giusto dire è che, se tutto il cast di contorno è assolutamente inconsistente e non pervenuto (se non il gigionismo sfrenato senza alcun senso del ridicolo di Russell Crowe), proprio come fu precedentemente per Hardy, Leto e la Johnson, la scelta di Aron Taylor-Johnson risulta invece assolutamente vincente e, nonostante non ci regali certo interpretazioni da tenere a memoria, ha la giusta fisicità e lo spirito per incarnare benissimo il personaggio, tanto che, proprio come per i suoi colleghi di sfortuna, rimane un po’ di rimpianto per non poterli vedere ancora in questi panni in contesti magari un po’ più “oculati”.

Russell Crowe e Levi Miller in Kraven - Il cacciatore (2024)Dare un giudizio su Kraven non è affatto facile perché, chiaramente, ad indossare tanto i panni del “critico” quanto quelli del fanboy, si è capito che c’è ben poco da salvare in un film come questo, che sembra veramente fare di tutto volutamente per farsi attaccare da chiunque.

Però, dall’altra parte, bisogna dire che, per chiunque dei cinecomic se ne è sempre strafottuto di universi, connessioni e serialità varie e magari rimpiange ancora i progetti Marvel tipo Ghost Rider, Man-Thing e soprattutto i due Punisher (anche se va detto che Kraven non arriva alle vette del mitologico Warzone), ed è tra i pochissimi ad aver apprezzato senza farsi venire il fegato amaro i precedenti exploit Sony, qui troverà una piacevole comfort zone che lo intratterrà il giusto.

Ma, soprattutto, chiunque dei preconcetti oggettivi critici se ne sbatte il cazzo così come di “lore” fumettistiche più o meno onorate, che il cinema significa anche staccare il cervello per due ore tonde (ecco, quelle sì di troppo, e che potate di almeno venti minuti sarebbero state tanto di guadagnato nel ritmo generale), guardando un omino che falcia inarrestabile NPC per due ore, regredendo a uno stato infantile di pura esaltazione per tutto ciò che viene “menato”, beh, questo è il film natalizio perfetto per lui.

Di seguito trovate i primi 8 minuti di Kraven il Cacciatore, nei cinema dall’11 dicembre: