Titolo originale: Alien: Romulus , uscita: 13-08-2024. Budget: $80,000,000. Regista: Fede Álvarez.
Intervista ad Archie Renaux su Alien: Romulus, tra Xenomorfi, legacy e Ripley
21/04/2025 news di Alessandro Gamma
Abbiamo fatto quattro chiacchiere col protagonista del film di Fede Alvarez

Durante il Comic-Con di Praga 2025, abbiamo incontrato in esclusiva Archie Renaux, protagonista di Alien: Romulus, per parlare di Xenomorfi, scene spaventose e degli omaggi a Ripley.
Ecco cosa ci ha raccontato.
Ho tantissime domande, soprattutto su Romulus. Partiamo subito: com’è stato il tuo primo incontro con i facehugger? Come ti sei preparato, qual è stata la tua reazione sul set e poi vedendoti sullo schermo?
«Il primo incontro con i facehugger è avvenuto nell’ufficio della produzione. Ci avevano detto che sarebbe stato tutto realizzato con effetti pratici, niente CG, una cosa abbastanza rara oggi. È come nei film originali, e l’idea di farlo in questo modo, in un’epoca dominata dalla grafica digitale, era davvero emozionante. In produzione ci mostrarono il modellino: era pesante, pieno di dettagli realistici, e quando lo giri ti rendi conto… perde persino liquido! Quello è stato il primo momento in cui ho potuto toccarlo, vedere cosa ci sarebbe stato lanciato addosso nella scena. Nella criocamera, abbiamo girato quella sequenza in una o due settimane perché c’erano tantissimi elementi in movimento. Tutto era cablato, richiedeva molto tempo per essere preparato. In quella scena, più che recitare, reagivamo: tutto accadeva davvero in tempo reale, con persone nascoste dietro le cineprese che lanciavano i facehugger in aria. A ogni ciak non sapevamo mai da dove sarebbero arrivati, quindi stavamo davvero combattendo per la nostra vita. È stata un’esperienza molto naturale.»
E quando hai visto il film finito, ti sei spaventato sul serio?
«Assolutamente sì, sono rimasto genuinamente terrorizzato. Quando giriamo, non ci sono ancora gli effetti sonori finali, ma una volta montato tutto, con la post-produzione completa, fa davvero la differenza. L’ho visto in IMAX alla prima, e quei jumpscare mi hanno preso alla sprovvista. È stato davvero adrenalinico da guardare.»
Qual è secondo te la scena più spaventosa di Romulus, oltre a quella nella criocamera?
«L’ultima scena, quella in cui appare l’ibrido. Avevo incontrato brevemente Robert [Bobroczkyi], l’interprete della ‘Prole’, ma non l’avevo mai visto con tutte le protesi addosso. Solo dei concept. Ricordo quel momento in sala: per gran parte del film saltavo sulla sedia, trattenevo il respiro. Ma quando è apparso lui, accovacciato, con la luce che tremolava e si vedeva appena, ho esalato un lungo respiro. Il cuore mi è sprofondato. È stato un momento bellissimo. Tutta la sala è rimasta a bocca aperta. Un’esperienza incredibile.»
Parliamo della sequenza in cui muori. Hai un vero incontro ravvicinato con uno xenomorfo. Com’è stato girarla? Ti è sembrato strano da attore?
«No, non strano. Difficile da spiegare. È come… conosci queste creature da sempre, le hai viste sullo schermo per anni. E poi sei lì, faccia a faccia. C’era mezza creatura costruita, con qualcuno che controllava la mandibola interna e la bocca, piena di bava e liquidi. Appena parte l’”azione”, tutto diventa intensissimo. È reale. È lì davanti a te e sta per divorarti. È difficile da spiegare a parole, perché conosci il valore iconico di quella creatura. È come stare davanti a una celebrità del cinema horror. Fa parte della storia del cinema. Essere parte di quella legacy è un onore.»
A proposito di legacy: qual è il tuo film preferito della saga? E quello meno favorito?
«Il mio preferito è il primo, quello di Ridley Scott. Mi piace quell’atmosfera cupa e inquietante, è stato il primo che ho visto, e quindi l’effetto sorpresa, l’ignoto… era tutto lì. Tutti i personaggi sono incredibili. Il meno preferito? Forse La Clonazione. L’ho comunque apprezzato, ma è quello che mi ha colpito meno. Invece Prometheus mi è piaciuto molto. So che è stato criticato, ma ho apprezzato le domande esistenziali che sollevava. Una direzione diversa.»
Ci sono state tante voci su Romulus, tipo se ci fosse o meno la Ripley di Sigourney Weaver a bordo della stazione orbitante. Ne avete parlato tra voi? Ti aspettavi un suo cameo o solo qualche easter egg?
«Sapevamo che lei non ci sarebbe stata. Ma ci sono degli easter egg legati allo Xenomorfo del primo Alien, quello contro cui combatte Ripley, della scena nel laboratorio con l’arpione … E poi ci sono le somiglianze con l’Ash del primo film, pur avendo qui un altro nome. Per noi del cast e fan dei primi film, trovare questi dettagli è stato molto bello. Ci ha fatti sentire parte di quel mondo. Romulus mi ricorda quello che Rogue One è per Star Wars: uno spin-off, ma è canonico, con veri collegamenti alla saga.»
Il video dell’intervista ad Archie Renaux:
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