Titolo originale: Piranha II: The Spawning , uscita: 14-08-1982. Budget: $145,786. Regista: James Cameron.
Intervista a Ovidio Assonitis su Piraña Paura: “Tutta la verità sul film e su James Cameron”
28/10/2024 news di Alessandro Gamma
Facciamo chiarezza sulla 'leggendaria' lavorazione del film del 1982, gravata da problemi di ogni tipo, dal licenziamento del regista agli infortuni sul set
Ospite d’onore al Festival di Sitges 2024, dove ha ritirato il prestigioso premio Macchina del Tempo alla carriera e presenziato alla proiezione del classico Chi Sei? del 1974, abbiamo colto l’occasione per parlare col produttore e regista Ovidio G. Assonitis e chiedergli di far luce una volta per tutte sulla ‘leggendaria’ lavorazione del film Piraña Paura, fanta-horror uscito nel 1982 che segnò l’esordio alla regia di un giovanissimo James Cameron.
Questa la trama:
Quando dei piranha volanti geneticamente modificati vengono lasciati liberi in un villaggio vacanze caraibico, un’istruttrice subacquea e il suo fidanzato scienziato tentano di affrontare la situazione.
Il futuro regista di Terminator e Aliens fu però anche licenziato in tronco sul set proprio da Assonitis, che lo portò poi a termine da solo. Siccome molte sono le voci che si sono susseguite su questo curioso episodio e sappiamo bene come su Internet le fonti incontrollate siano numerose, abbiamo chiesto al diretto interessato come andarono davvero le cose.
Cominciamo da quando è nato il film, come si è arrivati al nome di James Cameron, come e perché se n’è andato, quanto del film che vediamo oggi è stato effettivamente girato da Cameron, quanto invece ha girato lei e come è arrivato alla distribuzione. Ci sono state beghe legali o strascichi? Facciamo chiarezza.
Allora, la Warner Brothers aveva presentato un progetto che era il sequel di Piraña di Joe Dante. Era stato proposto dai produttori del film originale e, dato che avevo un rapporto molto stretto con la Warner, mi chiesero se volessi prendere il controllo del film e della produzione. Io accettai, ma a condizione che la sceneggiatura venisse riscritta completamente, perché la versione originale era terribile. Inoltre, chiesi che i produttori originari fossero messi da parte. Li avrei pagati per il lavoro fatto fino a quel punto, ma il loro coinvolgimento si sarebbe concluso lì.
Erano gli stessi produttori del primo film?
Sì.
Anche gli sceneggiatori?
No, i produttori erano gli stessi, ma la sceneggiatura era stata scritta da altri, ed era pessima. Non ricordo neanche chi fossero, ma protestai subito perché il lavoro era davvero inaccettabile.
Il problema principale era trovare un regista che potesse girare un film a basso budget con effetti speciali complessi. Una delle richieste era che i piranha volassero e che venissero dal mare. Ovviamente, né volano né vivono nel mare, ma nei fiumi, quindi dovevamo trovare un modo per rendere credibile tutto questo nella storia.
Il vero ostacolo per me era trovare un regista esperto di effetti speciali. Dopo vari tentativi, trovammo un regista che volevo assolutamente: aveva firmato il contratto ed era pronto a debuttare nel mio film. Tuttavia, gli fu offerta un’importante opportunità all’Universal, quindi mi chiese di essere liberato dall’impegno. A quel punto dovevamo trovare un altro regista, ed è qui che entra in gioco James Cameron.
Tramite Roger Corman?
No, Corman non c’entra niente. Non l’ho mai incontrato, né è stato coinvolto in questo progetto. Si trattava di un giovane promettente, James Cameron, che stava lavorando come seconda unità agli effetti speciali su Fuga da New York. Lo incontrai, gli proposi la regia e gli effetti speciali, e lui accettò entusiasta.
Anche James Cameron era stato chiamato per gli effetti speciali e la regia, giusto?
Sì, gli proposi di occuparsi sia della regia che degli effetti speciali, ma per me era fondamentale avere garanzie soprattutto sugli effetti. Iniziammo a lavorare sulla sceneggiatura, cercando di sistemarla al meglio. James venne a Roma, dove ho un ufficio, e lavorammo insieme sulla sceneggiatura per un paio di mesi.
Quindi Cameron ha contribuito alla sceneggiatura di Piraña Paura
L’ha riscritta lui. Io supervisionavo, ma il grosso del lavoro è stato suo. La versione che vedi nel film è scritta da lui. In quel periodo, iniziò a preparare gli effetti speciali, che all’epoca erano complicati da realizzare perché non esisteva la CGI. Tutto doveva essere fatto in modo pratico. Cameron disegnò i piranha e preparò tutto il necessario per realizzare il progetto. Decidemmo di girare in Giamaica per questioni logistiche e produttive.
Com’era il budget di Piraña Paura?
Era un film a basso budget, ma con ambizioni molto alte, specialmente per gli effetti speciali. Cominciammo le riprese e io imposi a Cameron delle condizioni di lavoro precise. Volevo che facesse riunioni giornaliere con il direttore della fotografia, la segretaria di edizione e l’aiuto regista per organizzare le scene del giorno.
Cameron seguì le mie indicazioni solo per un paio di giorni, poi smise. Era molto presuntuoso, non ascoltava nessuno, nemmeno chi aveva più esperienza di lui, come persone che avevano lavorato con registi come Visconti e Fellini. Dopo dieci giorni di problemi continui, mi resi conto che dovevo intervenire.
Un giorno uscii dalla mia stanza nel resort dove giravamo e non trovai nessuno sul set. Scoprii che erano tutti in mare, cercando la “luce perfetta” per un primo piano, perdendo ore preziose. Alla fine, uno della troupe si buttò in acqua e tornò a riva dicendo: “Io con questo non ci sto più!“. Era chiaro che Cameron stava causando troppi ritardi.
Era in ritardo con i tempi?
Sì, completamente! Cameron rifaceva ogni scena tre volte, e questo non era sostenibile per un film a basso budget. Alla fine, lo licenziai, ma gli proposi di restare come aiuto regista per non compromettere la sua carriera. Accettò, anche se con grande sofferenza.
E gli effetti speciali erano già pronti?
No, non funzionavano. Cameron aveva progettato i piranha, ma il metodo che voleva usare per farli muovere sott’acqua non funzionava. Dovemmo rifare tutto da capo a Roma.
Cameron è rimasto come aiuto regista fino alla fine quindi
Sì, è rimasto fino alla fine, anche se mi odiava per averlo declassato. Abbiamo finito il film a Roma, ma senza gli effetti speciali che lui aveva progettato.
La Warner Bros. era a conoscenza di tutto questo?
Sì, la Warner mi ha sempre sostenuto al 300%. Si fidavano di me e accettavano tutte le decisioni che prendevo, inclusa quella di licenziare Cameron.
E della fase di montaggio di Piraña Paura cosa ricorda?
Cameron, alla fine del film, doveva tornare a Los Angeles, ma senza aver ancora completato il montaggio. Dopo aver assistito agli effetti speciali a Roma, io gli permisi di partecipare al montaggio. Tuttavia, il mio montatore mi disse: “Guarda, io sono felice di lavorare con Cameron, ma se lo facciamo rimarrò qui per sei mesi e tu dovrai pagarmi!“.
Era perché c’era molto materiale girato o perché Cameron era molto pignolo?
In realtà, Cameron voleva montare le scene da solo. Funzionava così: il montatore preparava un primo montaggio della scena, poi interveniva Cameron per modificarla, e dopo due giorni tornava alla versione iniziale. Era un processo continuo di sperimentazione, ma tutto a mie spese! Il montatore, che era molto bravo, mi disse: “Se tu vuoi, io sono contento di farlo, ma ti avverto che ci vorrà una vita!”.
C’era già una data di uscita prevista per il film?
Sì, ma fu posticipata… Abbiamo mancato tutte le date possibili. Alla fine, il montatore mi chiese: “Per favore, fallo uscire dalla sala di montaggio!”. Cameron veniva allora nel mio ufficio e si sedeva davanti a me, aspettando, perché il montatore non lo voleva intorno, dato che non era un professionista.
E alla fine cosa accadde?
Alla fine Cameron mi chiese: “Cosa facciamo ora?” e io capii chi era davvero. Aveva un grande senso dell’immagine, anche se non aveva l’esperienza pratica per realizzarla. Non sapeva come posizionare la macchina da presa o dirigere una scena, doveva sempre sperimentare. Ma aveva una visione molto chiara in mente. Fu allora che capii che Cameron poteva davvero diventare un grande regista. Infatti, gli proposi un libro che avevo acquistato, Formula Uomo, che lui trasformò in Terminator.
Quel progetto era suo?
Sì, era mio, ma lui se lo prese. Da lì cominciò tutto il suo percorso evolutivo. Con Cameron devi avere molti soldi, lasciarlo provare, sbagliare, finché non trova la strada giusta. Quando la trova, è imbattibile. Una volta andai a parlare con il Presidente della United Artists e, mentre entravo nel suo ufficio, Cameron stava uscendo. Chiesi: “Cosa ci fa Jim qui?” e lui rispose: “Abbiamo visto il suo film, un piccolo film fatto davvero bene. Gli finanzieremo Terminator”. Ho ancora i bozzetti del film, li ha lasciati nel mio ufficio. Erano splendidi disegni su come immaginava il personaggio di Formula Uomo, che poi divenne Terminator.
Tornando a Piraña Paura, Cameron non si rese conto che era un film a basso budget?
No, Cameron è estremamente ambizioso. Vuole sempre ottenere il massimo da tutto, ma in un film a basso budget non puoi permetterti quel tipo di ambizione. È molto egoista in questo senso.
Ci sono due versioni del montaggio di Piraña Paura?
Il film è uscito come volevo io, ma con la sua firma. Sono stato leale con lui: gli ho lasciato la firma, anche per non rovinarlo. Se gliel’avessi tolta, non avrebbe mai potuto fare Terminator. Lui è riuscito a fare quel film grazie a Piraña Paura. Devo dire che, anche se è stata dura, il merito della sua carriera di regista è in gran parte suo. È molto intelligente, tecnicamente impeccabile… è una macchina, non un uomo.
Vi siete rivisti dopo tutto questo? In che rapporti siete rimasti?
Quando uscì Terminator, gli mandai un telex o qualcosa del genere, dicendo: “Jim, ho visto il tuo film. Puoi fare di meglio!“. Poi, per ogni film che ha fatto, gli ho mandato un telegramma. E lui mi rispondeva sempre con un “Fuck you!“. Quando uscì Titanic, che mi piacque molto, gli scrissi: “Jim, ho visto il tuo film. Stai migliorando!”. E ancora una volta mi rispose “Fuck you!”. C’è sempre stata questa dinamica tra noi due.
È vero che Cameron disse delle cose terribili su di lei?
Sì, una volta lessi che aveva detto cose terribili su di me, come che non gli davo da mangiare o che gli avevo fatto trovare delle ragazze da portare a letto. Tutte balle. A un certo punto lo chiamai e gli dissi: “Jim, basta. Sei famoso, sei ricco. Non è il momento di finirla con queste storie? Incontriamoci al Beverly Hills e mettiamo una pietra sopra“. Lui accettò, ma poi mi richiamò mezz’ora dopo dicendo: “Non vengo, perché sei troppo convincente e mi faresti cambiare idea!”.
Ultima domanda: so che sul set di Piraña Paura ci furono degli incidenti, come quello alla mano di Lance Henriksen
Sì, Lance si buttò di sua volontà dall’elicottero – non era previsto … – e si fece male alla mano, ma non si ruppe nulla. La lussò, ma continuò le riprese tranquillamente.
Di seguito trovate il trailer internazionale di Piraña Paura:
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