La director's cut estesa ha rimesso le cose a posto
Il consenso generale su Le Crociate (Kingdom of Heaven) è cambiato radicalmente nel corso degli anni. Quando il film uscì nel 2005, l’accoglienza fu tiepida, ma non per la qualità dell’opera: la versione distribuita nei cinema era stata infatti tagliata di ben 50 minuti, compromettendone la coerenza narrativa e la profondità dei personaggi.
Ridley Scott, che aveva realizzato un’epopea storica complessa e sfaccettata, si trovò costretto a ridurre la durata del film a 144 minuti per motivi commerciali. Ma quando, pochi mesi dopo, pubblicò la Director’s Cut, fu chiaro a tutti che Le Crociate era un kolossal epico mai visto nella sua interezza.
Parlando con Deadline, Scott ha ribadito che il montaggio cinematografico del film fu un errore. Oggi, la Director’s Cut è considerata la versione definitiva, capace di trasformare un’opera considerata inizialmente “imperfetta” in uno dei migliori film della carriera del regista.
L’idea alla base dei tagli era rendere il film più scorrevole per il pubblico. Scott voleva che la storia “volasse”, senza soffermarsi troppo su dettagli secondari. Tuttavia, come il regista ha ammesso più volte, la perdita di intere sottotrame ha reso Le Crociate meno efficace e meno coinvolgente.
A Gerusalemme, il re Baldovino IV (Edward Norton), un sovrano lebbroso, governa con saggezza, ma la sua morte porterà al potere il violento Guy de Lusignan (Marton Csokas). Nel montaggio cinematografico, Baldovino cerca di impedire questo scenario offrendo la mano di sua sorella Sibylla a Balian, affinché quest’ultimo possa succedergli al trono. Balian rifiuta, e così Guy diventa re, portando Gerusalemme alla rovina.
Ma la Director’s Cut introduce un elemento tragico completamente assente nella versione tagliata: il figlio di Sibylla.
Nella versione originale del film, Sibylla non ha figli, il che la rende un personaggio meno sfaccettato. Nella Director’s Cut, invece, scopriamo che ha un bambino, destinato a succedere allo zio al trono. Ma c’è un problema: il piccolo ha ereditato la lebbra.
La rivelazione arriva in una delle scene più forti del film: il bambino mette una mano sopra una candela accesa e non sente alcun dolore. Sibylla, avendo visto le sofferenze del fratello, decide di avvelenarlo per risparmiargli una vita di tormenti. Il bambino muore così tra le braccia della madre, in una sequenza struggente che aggiunge un nuovo livello di tragedia alla storia.
Questa scelta cambia radicalmente il significato del film:
“Arriverà il giorno in cui avresti voluto fare un po’ di male per ottenere un bene più grande.”
Parlando con Deadline, Scott ha ammesso di pentirsi profondamente di aver tagliato questa parte del film:
“Guardandolo oggi, penso: wow, era davvero un bel pezzo. Non avrei dovuto toglierlo.”
Solo anni dopo, grazie alla Director’s Cut, è stato rivalutato.
Insomma, Le Crociate dimostra che ridurre un film per esigenze commerciali può comprometterne il valore artistico. Un’epopea storica ha bisogno di spazio per respirare, e i tagli possono sminuirne la profondità e l’impatto emotivo.
Fortunatamente, la versione estesa ha permesso di riscoprirne il vero valore. Se c’è una lezione da imparare, è che Ridley Scott dà il meglio di sé quando non viene limitato dal minutaggio.
Di seguito trovate una scena di Le Crociate: