Main event a cui sembrava dovesse partecipare anche Kane Hodder, l’unico ad aver interpretato (ufficialmente, da interprete principale) Jason Voorhees in più di una circostanza – quattro, per la precisione, da Part VII – Il Sangue Scorre di Nuovo a Jason X – il quale non stava nella pelle per la possibilità di riprendere nuovamente il suo ruolo della vita, a maggior ragione in un fenomeno cinematografico così atteso.
Hodder aveva persino ricevuto una copia della sceneggiatura finale e si preparava alle riprese, Yu non avrebbe avuto problemi a lavorarci tant’è che aveva chiesto il suo numero per iniziare a discutere del film ed anche in seguito spenderà parole dolci per lui sicuro che avrebbe fatto un buon lavoro. Tuttavia, a pre-produzione in corso, la New Line optò per un recasting in quanto voleva dare a Jason una fisicità ancora più imponente in modo da accentuare la differenza di stazza con Freddy in una sorta di versione horror di Davide e Golia, oltre a cercare un approccio diverso e meno ‘aggressivo’ di quello di Kane, ma anzi più lento e fluido.
Nel corso degli anni, Hodder non ha mai nascosto la delusione ed il risentimento per questa cosa, ma senza nutrire rancore nei confronti di Ken Kirzinger (e della sua performance), il suo sostituto che – fun fact era stato la sua controfigura in Parte VIII – Incubo a Manhattan (che lo rende l’unico, insieme a Hodder, ad aver indossato la maschera in più di un film anche se in questo caso in maniera non ufficiale) in cui era anche stunt coordinator.
Hodder, inoltre, ha raccontato che anche C.J. Graham (che interpretava Jason in Parte VI – Jason Vive) aveva ricevuto l’offerta per riprendere la maschera da hockey in Freddy vs Jason, poi rifiutata per lealtà nei confronti dell’amico Kane nei cui confronti i produttori si stavano comportando scorrettamente – aneddoto che secondo me andrebbe verificato, ma vabbè. Kane Hodder comunque nel film compare indirettamente (ed involontariamente), nella scena nell’ospedale psichiatrico si intravedono spezzoni di Leatherface del 1990 in cui Kane aveva lavorato come stunt double.
A prendere il suo posto lo stuntman di lunga data Ken Kirzinger, che col suo metro e novantasei centimetri diventa il Jason più alto di sempre – eguagliato solo da Derek Mears nel reboot del 2009. Scelto due settimane prima delle riprese, ha ottenuto il ruolo quasi per caso in quanto era andato alla New Line per un colloquio da stunt coordinator quando i produttori hanno notato la sua stazza e gli hanno chiesto di fare un provino per il ruolo del mitico massacratore di Crystal Lake.
Movenze e brutalità sono quelle giuste, accompagnate da un look (nuovamente differente dai precedenti) che si rivela azzeccato, contraddistinto da una pelle scura, violacea, un giaccone logoro, guanti neri, maschera vissuta (che durante la visione si arricchisce dei graffi di Freddy), machete arrogante e andiamo a comandare.
Prestazione in cui torna utile la sua esperienza in fatto di stunt, con Yu e la produzione che gli chiedevano di limitarsi per evitare infortuni (e beghe legali), come in una delle scene ambientate nell’ospedale psichiatrico quando una scintilla fa prendere fuoco il suo costume e vent’anni di esperienza gli hanno permesso di mantenere una calma olimpica al contrario dei membri della crew accorsi per spegnerlo con l’estintore.
Secondo Kirzinger, la cosa più difficile che ha dovuto affrontare è stato affondare nel lago, scena che Ronny Yu ha girato in una vasca ad alto contenuto di cloro e colma di detriti che la facevano sembrare acqua di Crystal Lake; il regista aveva bisogno di un primo piano dell’occhio sinistro e che quindi Ken affondasse nell’acqua tenendolo aperto, senza considerare le difficoltà di una respirazione che non doveva essere visibile, motivo per cui Kirzinger si è sdraiato lasciandosi sprofondare fino al fondo della vasca senza respirare, tenendo l’occhio sinistro aperto e trattenendo davvero il fiato mentre il cloro nell’acqua gli procurava forte bruciore agli occhi.
A dirla tutta, sono addirittura tre gli interpreti di Jason nel crossover in questione. Il secondo è Glenn Ennis che fa da controfigura a Ken Kirzinger, per lui non solo il lavoro sporco ma anche l’onore (e l’onere, vista la sua realizzazione) di comparire sullo schermo in una delle sequenze migliori del film, mi riferisco alla mattanza del campo di grano quando Jason percorre il campo avvolto dalle fiamme, lasciando dietro di sé una scia di fuoco in un momento di una bellezza inenarrabile che si posiziona di diritto nel best of del caro vecchio Voorhees.
Sequenza delicata e pericolosa, più di 20 metri percorsi tra le fiamme (ed alla cieca, guidato da un’auricolare) che evidenzia il coraggio e la dedizione di Ennis e della figura dello stuntman in generale – mai troppo apprezzato e riconosciuto, per dire io sono tra quelli che istituirebbe un Oscar per la categoria. Il making of della scena è presente tra gli extra corposi di un’edizione home video che a distanza di anni sotto il profilo dei contenuti si dimostra più ricca e curata di roba che esce adesso.
Il terzo Jason compare nell’epilogo. La scena finale ha dovuto essere girata nuovamente dopo una risposta negativa da parte del pubblico di prova, purtroppo però Ken Kirzinger non era disponibile in quel momento spingendo la produzione ad ingaggiare Douglas Tait – che inizialmente era stato considerato tra i candidati per il ruolo – per qualche giorno di riprese in gran parte trascorsi sott’acqua.
Un peso extra che ha aumentato il livello di difficoltà, specie considerando che Ronny Yu voleva che Tait camminasse come se fosse sul terreno, dare l’impressione che potesse camminare nell’acqua senza salire in superficie; per ottenere questo effetto, Tait era aggrappato con la mano sinistra ad una corda strategicamente legata sott’acqua, in modo da tenersi a terra e potersi tirare avanti per camminare.
Douglas Tait sarà anche lo stunt double di The Shape in Halloween Kills del 2021 diventando di fatto l’unico ad aver vestito la maschera di Jason Voorhees e Michael Myers.
Il tratteggio dei personaggi (specie giovanili) è volutamente stereotipato, si colloca infatti nel discorso del voler rispettare le regole non scritte delle rispettive saghe. Il ruolo di Lori viene proposto a Christina Ricci che rifiuta per prendere parte a Monster, successivamente vengono considerate anche Brittany Murphy e Yan-Kay Crystal Lowe, per poi scegliere Monica Keena che da ragazzina aveva così paura di Freddy da portare gli insegnanti a credere che subisse abusi a casa e che in seguito ammetterà di non essere particolarmente convinta dallo script ma di aver accettato l’offerta principalmente per soldi e per aumentare la propria notorietà.
Un po’ l’opposto di Kelly Rowland che interpreta Kia (dopo aver sondato anche Bianca Lawson) e che si è sempre detta fiera di avervi preso parte – e questo ce la rende simpatica a prescindere dai gusti musicali diversi dai nostri – alla faccia di molti giornalisti che hanno provato a metterla in imbarazzo per la partecipazione a questo film.
Robert Englund era un fan di Ginger Snaps (Licatropia Evolution, horror licantropesco canadese del 2000) ed era entusiasta del casting di Katharine Isabelle che inizialmente avrebbe dovuto interpretare un personaggio (di nome Jenny) poi tagliato dal film per poi essere dirottata sul ruolo di Gibb (che ha incorporato alcune delle caratteristiche e delle battute di Jenny) per il quale era stata inizialmente ingaggiata Lauren Lee Smith ed era stata valutata Amber Benson; in alcune scene Gibb indossa un cappellino rosso in riferimento al personaggio interpretato da PJ Soles in Carrie del 1976 in un cerchio chiuso dalla stessa Isabelle che aveva preso parte al Carrie del 2002.
L’attrice in seguito si lamenterà degli scontri e dei successivi attriti con Ronny Yu che insisteva per una scena di nudo nonostante nel suo contratto fosse presente un’apposita clausola no nudity, dopo varie discussioni si scelse di utilizzare una controfigura (Tammy Morris) per le sequenze senza veli. Brad Renfro era stato scelto per interpretare Will ma è stato necessario sostituirlo ad una settimana dalle riprese quando si è presentato sul set evidentemente sotto stress a causa di quei demoni personali che ne segneranno prematuramente la vita, dopo aver preso in considerazione Ian Somerhalder (che Yu riteneva fosse eccessivamente carino) e Kerr Smith si andò su Jason Ritter che inizialmente non aveva superato il provino per la stessa parte, figlio di quel John Ritter che aveva partecipato a Bride of Chucky e che passerà a miglior vita proprio nel 2003.
Brendan Fletcher era stato ingaggiato per un altro ruolo per poi essere spostato su quello di Mark che era stato scritto inizialmente per un attore latino che abbandona il progetto prima dell’inizio della produzione; Fletcher aveva già lavorato con la Isabelle in Piccoli Brividi del 1995 e tornerà a farlo nel 2004 in occasione dei due seguiti di Ginger Snaps girati back to back (Ginger Snaps 2: Unleashed e Ginger Snaps Back: The Beginning da noi distribuiti – al contrario – rispettivamente come Lincantropia Evolution e Licantropia) oltre che in Ogre, produzione SyFy del 2008, e in Rampage nel 2009.
Lisa Wilcox avrebbe potuto riprendere il ruolo di Alice Johnson presente in Nightmare 4 e 5 ma la trattativa è naufragata, stesso destino di Betsy Palmer che viene contattata per riprendere quello di Pamela Voorhees, con l’attrice che rifiuta (per l’ennesima volta) di tornare in quanto riteneva che la parte fosse troppo breve. Cameo di Robert Shaye (il preside della scuola) accreditato come L.E. Moko, terza volta in un film di Freddy dopo le apparizioni in Nightmare 4 e 6, sua anche l’idea dell’occhiolino finale.
Freddy vs. Jason viene girato in 53 giorni di riprese, sfruttando un budget da 25/30 milioni di dollari, il più alto per il franchise di Venerdì 13. Così come il budget pubblicitario per questo film ha superato quello dei dieci capitoli precedenti messi insieme. Tra le tante iniziative promozionali si segnala la conferenza di presentazione al Bally’s Casino impostata come quella di un incontro di boxe, alla presenza di Englund e Kirzinger nel trucco e nei panni dei rispettivi personaggi.
Ed anche la prima mondiale schedulata dalla New Line il 13 agosto 2003 presso la Alamo Drafthouse di Austin (Texas), evento organizzato come un campo estivo anni ‘70/80 terminato con la proiezione all’aperto del film. Ottima campagna marketing con qualche neo, tipo includere una versione del poster in cui Freddy indossa il guanto artigliato sulla mano sbagliata. In Italia arriva ad ottobre dello stesso anno. Alla fine della corsa saranno quasi 117 milioni di incasso.
Numeri e seguito tali da dare adito all’idea di un sequel di cui si è mormorato per anni prima di finire – anche lui e stavolta definitivamente – nel development hell. Tra le varie idee per un potenziale seguito c’era quella di coinvolgere Ash Williams (dando seguito in qualche modo ad oggetti come il necronomicon ed il pugnale kandarian presenti in Jason va all’Inferno), spunto che sarà poi sviluppato in un fumetto della Wildstorm tra il 2007 ed il 2008. Altri rumour parlavano di Michael Myers o Pinhead, tutte strade non semplici da percorrere a causa dei diritti appartenenti a studi differenti.
Un sequel che chiaramente avrei visto molto volentieri. Ma anche nuovi stand alone andrebbero benissimo. Jason, ad esempio, ormai manca sullo schermo dal 2009. Noi fan ne sentiamo la mancanza. Anche per poter celebrare altri venerdì 13 tornando a Crystal Lake.
Se siete curiosi di leggere la sceneggiatura originale di Damian Shannon & Mark J. Swift, la trovate al link.
Di seguito una scena di Freddy vs. Jason: