Home » Cinema » Azione & Avventura » Dossier: Codice Magnum, il compromesso strategico di Arnold Schwarzenegger

Voto: 5.5/10 Titolo originale: Raw Deal , uscita: 06-06-1986. Budget: $8,500,000. Regista: John Irvin.

Dossier: Codice Magnum, il compromesso strategico di Arnold Schwarzenegger

19/01/2025 recensione film di William Maga

Nel 1986 la star, in rampa di lancio, decideva di partecipare al progetto per motivi molto precisi

Arnold Schwarzenegger in Codice Magnum (1986)

Nel 1986, Arnold Schwarzenegger partecipa a Codice Magnum (Raw Deal) più per una mossa strategica che per ambizione artistica: un film realizzato per chiudere un contratto con lo studio e generare fondi ‘facili’ per un altro progetto futuro.

Secondo i piani, avrebbe infatti dovuto finanziare Atto di forza, allora previsto con Patrick Swayze nel ruolo principale. Purtroppo, Codice Magnum fu un flop al botteghino, ma con uno sguardo in retrospettiva, se ne possono apprezzare il fascino retrò e l’azione violenta tipica degli anni ’80.

Inoltre, per gli appassionati di Schwarzenegger, rappresenta uno dei suoi titoli meno menzionati.

Al tempo, Arnold era già noto un action hero grazie a Conan il Barbaro (1982), Conan il Distruttore (1984) e soprattutto Terminator (1984). Nel 1985 aveva recitato poi in Commando, considerato la sua risposta al Rambo di Stallone, mostrando per la prima volta un lato più umano rispetto ai suoi ruoli da robot o barbaro.

Tuttavia, Codice Magnum rappresenta un ritorno a una formula più semplice: un mix tra dramma criminale e azione che sfrutta le qualità per cui Arnold era famoso, come la sua fisicità intimidatoria, il sarcasmo e la capacità di affrontare intere orde di nemici da solo.

Codice Magnum (1986) film posterLa star inizialmente non era però interessata a girare Codice Magnum. In un’intervista, scherzò sul fatto che accettò principalmente per poter finalmente indossare abiti eleganti, dato che i suoi budget per il guardaroba in altri film erano irrisori. All’epoca, era legato a un contratto multi-film con Dino De Laurentiis, a capo del De Laurentiis Entertainment Group. Dopo aver girato i due film di Conan, Arnold si trovò quindi coinvolto in Yado (1985), dove un’apparizione di una settimana si trasformò in un mese e il suo ruolo fu ampliato a co-protagonista senza il suo consenso.

De Laurentiis aveva in cantiere Atto di forza, ma non riteneva che Arnold Schwarzenegger fosse adatto al ruolo principale, preferendo Patrick Swayze. Lui, desideroso di uscire dal legame con De Laurentiis ed essere libero di scegliere i suoi progetti, accettò così di girare Codice Magnum con la condizione che il contratto venisse sciolto.

Nonostante un budget di 8,5 milioni di dollari e la distribuzione in oltre 1.700 sale negli Stati Uniti, Codice Magnum incassò tuttavia appena 16,2 milioni di dollari, fallendo nel suo intento di finanziare Atto di forza. Successivamente, i diritti del film passarono alla Carolco Pictures, e quattro anni dopo, Arnold divenne finalmente protagonista del capolavoro di Paul Verhoeven.

Ad ogni modo, se preso come mero film d’azione anni ’80, Codice Magnum è piuttosto adeguato, ma lontano dall’essere spettacolare. La trama è assolutamente standard: Mark Kaminski (Schwarzenegger), un ex agente dell’FBI diventato sceriffo, viene reclutato segretamente per infiltrarsi in una violenta organizzazione mafiosa italo-americana. Sebbene ci siano fili narrativi secondari, la storia è confusa e piena di buchi, ma fornisce abbastanza pretesti per un prodotto movimentato e ci permette di apprezzare un giovane Robert Davi (fresco di I Goonies).

Il ritmo impresso dal regista John Irvin (che, curiosamente, avrebbe diretto Swayze nel 1989 in Vendetta trasversale) è infatti veloce e Arnold Schwarzenegger interpreta un personaggio più umano del solito. È affascinante, minaccioso e regala qualche battuta sarcastica delle sue, ma il film si prende troppo sul serio nei momenti drammatici, evidenziando la mancanza di sostanza.

Le scene d’azione sono ben eseguite, ma non memorabili: alcuni corpo a corpo mostrano Arnold sconfiggere i nemici con un solo pugno o gettarli lontani come bambole di pezza. Un inseguimento ravviva un po’ le cose grazie agli effetti pratici, e il protagonista ottiene anche il suo classico “momento Commando” dove assembla un imponente arsenale per prepararsi allo scontro finale.

Ciononostante, la sequenza in cui guida attraverso una cava ascoltando i Rolling Stones e abbatte i nemici a centinaia di metri con una mitragliatrice, mentre sfreccia ovunque, non ha l’impatto sperato. Anche il confronto finale, un classico “uno contro tutti”, si riduce a una sparatoria standard che non riesce davvero a dare un botta di adrenalina.

Insomma, Codice Magnum si percepisce quasi più come la risposta di Arnold al coevo Cobra di Sylvester Stallone: un modesto ibrido tra dramma criminale e film d’azione, proprio come Cobra mescolava – molto meglio – il thriller psicologico con l’azione.

Ma l’anno seguente, nel 1987, Arnold Schwarzenegger si sarebbe rilanciato alla grande con Predator.

Di seguito il trailer di Codice Magnum: